Roma 13 luglio 2009 – L’uomo accusato degli stupri delle ultime settimane a Roma, Luca Bianchini, resta in carcere.
L’indagine della Squadra Mobile della Questura di Roma ha consentito di individuare ed arrestare in tempi brevi l’uomo che, da Regina Coeli, continua a dichiararsi innocente.
Questa mattina, presso la questura di Roma, gli Agenti hanno mostrato il materiale sequestrato nell’appartamento di Bianchini: numerose candele, bambole di cera (trafitte da spilli), due coltelli avvolti nel nastro adesivo dello stesso tipo usato per immobilizzare le vittime, svariati dvd di film di stupri, e delle bottiglie di succo di frutta contenenti un preparato, insieme a delle istruzioni per riti magici; e sul comodino, il libro del noto criminologo Massimo Picozzi.
Proprio il professore Picozzi ha incontrato oggi, nella Sala Conferenze della Questura, gli investigatori della squadra mobile e i giornalisti spiegando il modus operandi dello stupratore seriale e di come la collaborazione tra le varie competenze di psicologi e investigatori sia stata determinante per restringere il campo dei sospettati, individuando la tipologia dello stupratore seriale dai racconti delle vittime e dal comportamento dello stupratore.
Gli stupratori seriali si dividono i due categorie: quelli “egoisti” che vedono la vittima come un oggetto da colpire, a cui fare del male; e quelli “ altruisti”che cercano di rassicurare la vittima, cercando di metterla a proprio agio, vogliono che la vittima sia partecipe, e difficilmente usano un’arma, ha spiegato il professore.
In ogni caso lo stupratore cerca conferma della sua virilità. Nella sua mente, continua Picozzi, lo stupratore immagina la scena, mette in atto delle fantasie che ha elaborato, talvolta con l’ausilio di film, e quando la violenza non va esattamente come l’ha immaginata “l’altruista” desiste dai suoi propositi. Un altro elemnto fondamentale di questa categoria di stupratori, è quella di individuare le vittime in donne sole o accompagnate da bambini piccoli, evita quindi di entrare in contatto con un adulto, e per questo di solito le violenze si attuano all’aperto.
Secondo il professore, non si può parlare di personalità multipla, come si è sentito dire da quache parte, nè l’infermità mentale può essere una scorciatoia.
Anche se non è ancora possibile tracciare un profilo del soggetto, si può certamente dire che lo stupratore seriale ha una scarsa autostima ed è frequente che cerchi di aumentare la potenza sessuale, quando è consapevole della sua incapactà, con pozioni o riti. Non è capace di avere una relazione paritaria. E’ una persona mediamente intelligente.
Alla domanda di un cronista su cosa pensasse della castrazione chimica, il prof. Picozzi ha risposto spiegando che il caso di uno stupratore “egoista” va trattato in modo diverso da quello “altruista”, se l’intenzione è quella di fare del male, può essere utile la castrazione chimica; mentre nel caso di un “altruista” la violenza parte dalla immaginazione, in questo caso la castrazione chimica non sarebbe efficace.
Oggi grazie alla cooperazione tra investigatori, psicologi e criminologi la squadra del questore Rizzi ha messo fine ad un incubo che terrorizzava le donne della capitale.
Gli stupratori seriali sono più di quanti si possa immaginare, perchè accade spesso che per questo tipo di reati ci sia una certa reticenza da parte delle vittime a denunciare. E’ necessario ricordare che chi ha usato violenza sessuale, molto probabilmente reitera il delitto.
Nel ’97 Bianchi fu assolto per infermità mentale dall’accusa di aggressione a sfondo sessuale di una vicna, e rilasciato perché ritenuto non socialmente pericoloso. Probabilmente non è stato tenuto abbastanza a lungo sotto osservazione, da patologie del genere non si guarisce in pochi mesi.
Solo il processo e i magistrati potranno dichiarare o meno la colpevolezza di Bianchini, ma il test del DNA è una prova schiacciante che lo lega a tre scene del delitto.
L’uomo è detenuto attualmente in carcere dove è sorvegliato 24 ore su 24, a causa delle dichiarazioni rilasciate attraverso il suo legale di volersi togliere la vita, cosa che tra i detenuti è abbastanza frequente.
di Rossella Smiraglia