Intervento di Vincenzo Belfiore, Legambiente
« ….. In relazione alla notizia riportata da un noto quotidiano qualche giorno addietro a firma di Tony Zermo e cioè che alcuni hotel siciliani in particolare alcuni del nostro litorale utilizzano prodotti alimentari importati dalla Lombardia, non ci farebbe alcuna impressione se ciò fosse avvenuto alla metà dell’ 800 quando, magari sono in pochi a saperlo, Trezzano sul Naviglio, il comune lombardo, dal quale partono i rifornimenti di viveri oggi al centro dell’attenzione, fu feudo della famiglia netina dei Landolina possesso derivato dai Pons de Leon come ancora oggi evidente nello stemma del comune lombardo dove campeggiano i tre gigli d’argento su sfondo nero emblema dell’antichissima famiglia di origine normanna dei Landolina che a Noto fece dimora ricoprendo le più importanti cariche tra cui proprio alla metà dell’800 quello ricoperto da Pietro Landolina marchese di Trezzano e di S. Alfano (Noto presso Canicattini) di primo intendente del Valle minore di Noto ovvero rappresentante del governo delle Due Sicilie per le attuali provincie di Siracusa e Ragusa. Ma nel 2009 il modello proposto da questi hotel è l’antitesi del modello di sviluppo che Legambiente si è proposto di premiare per il territorio di Noto e del sud-est con le 5 vele e non solo, che basato sulle produzioni di qualità, incalcolabile il numero di produzioni DOP DOC IGP del nostro territorio olio vino pomodori ortaggi ma anche carni pregiate e pescato, un modello basato sulla valorizzazione delle nostre risorse naturali, culturali ma anche gastronomiche. Oggi ci sentiamo di dire, non essere soltanto il modello di sviluppo indicato da Legambiente, ormai consapevolmente indicato non solo dalla classe politica ma anche dalla volontà di chi opera nel settore e i cui risultati nonostante la crisi vedono comunque il nostro territorio la cui offerta turistica è basata essenzialmente patrimonio naturale e culturale di qualità (unesco, riserve, aree marine, 5 vele etc) sostanzialmente reggere, non arretrando come in tutta Italia, ma addirittura con settori in crescita.
Pensare che i clienti di questa catena alberghiera non meritino il riguardo di utilizzare prodotti locali privilegiando alla faccia della sostenibilità un trasporto di 2000 km al giorno nel momento in cui finalmente anche nel nostro territorio si sono avviate esperienze straordinarie ora definitive come i cosiddetti “mercati del contadino” o “chilometro zero” (a Noto ogni sabato) in cui si incentiva l’incontro tra produzione locale e consumo locale con un risparmio per i consumatori un guadagno per i produttori e aspetto non secondario un minore impatto ambientale dovuto all’assenza di trasporto.
Questo deve farci riflettere come cittadini ma anche come amministratori su quello che questo esempio, in cui le logiche economiche prevalgono sulle scelte di sviluppo sostenibile ed etico, può rappresentare ogni qualvolta che si presenta davanti una nuova richiesta di mega villaggi e di grandi impianti dell’industria turistica i quali rischiano soltanto di consumare pezzi di territorio così come l’hotel in questione che sorge su quello che era uno dei più bei promontori del Golfo di Noto e lasciandoci solo problemi dello smaltimento dei loro rifiuti con modestissimi ritorni sull’economia locale.
Il modello privilegiato da noi è invece basato su un turismo diffuso, tante tantissime strutture nate recuperando il patrimonio edilizio esistente in cui il cliente interagisce e vive nel territorio e in cui le strutture vivono con i prodotti del territorio.
La scelta di queste catene di hotel sarà pure legittima dal punto di vista economico ma non può che suonare come un’offesa alle centinaia di produttori non solo del nostro territorio di Noto ma anche dell’intero comprensorio di Pachino Rosolini Modica Siracusa che si ostinano tra 1000 difficoltà a produrre quei frutti della terra che ci hanno resi famosi in Italia e nel mondo, una scelta che ci sentiamo di disincentivare in maniera netta ad esempio non concedendo loro le agevolazioni previste per le aziende che privilegiano la sostenibilità ambientale, cioè tutte quelle strutture ricettive, che anche loro tra 1000 difficoltà, si ostinano a servire per i propri clienti i migliori prodotti del nostro territorio che della qualità hanno fatto una bandiera e che per fortuna sono ancora tante…. »
Cordiali saluti
Vincenzo Belfiore
Noto 12 luglio 2009