PALERMO 03 Dicembre 2010 – Nella lotta all’usura finalmente un primo round a favore di Bennardo Raimondi (nella foto), l’artigiano palermitano, noto produttore di presepi in ceramica artistica, che anni fa aveva denunciato i cravattari, ma che non era stato creduto dai giudici perchè mal assistito. Ridotto sul lastrico e costretto a chiudere l’azienda e a vendere tutto, si era rivolto a marzo 2009 al settimanale gratuito “Nell’attesa…”, diretto da Michele Guccione (minacciato di morte con Raimondi il 2 giugno del 2009) per denunciare il caso e per mettere in vendita un rene al fine di curare il figlio disabile bisognoso di costosi interventi.
Su richiesta del settimanale “Nell’attesa…”, gli avvocati Alfredo Galasso e Francesco Salvo hanno accettato di assistere gratuitamente Raimondi, che così ha ottenuto la riapertura delle indagini e il recente riconoscimento dal Tribunale di Palermo dello status di vittima di usura, atto che ha consentito l’avvio della procedura presso la Prefettura per l’accesso ai benefici previsti dalla legge.
Sempre su segnalazione del settimanale “Nell’attesa…”, il consorzio fidi InterconfidiMed, amministrato da Italo Candido, ha accettato la richiesta di Raimondi di garantire col proprio fondo antiusura, al 90%, un finanziamento agevolato di 10 mila euro, che è stato concesso in appena 15 giorni da UniCredit. Il consorzio sarà in condizione il prossimo anno di concedere garanzie su ulteriori prestiti a Raimondi per coprire i costi d’affitto e di acquisto attrezzature. Inoltre, il consorzio InterconfidiMed acquisterà oggetti in ceramica artistica di Raimondi da inserire fra i doni natalizi istituzionali.
L’artigiano, visibilmente commosso, ha oggi lanciato in conferenza stampa un appello alle associazioni di categoria (affinché lo ospitino nei mercatini di Natale per proporre la sua produzione), e al cuore delle persone, perché a Natale acquistino da lui doni che possano aiutarlo a sostenere la ripresa e che siano anche utili a dimostrare che denunciare si può e si deve: “Non ho avuto soltanto dei soldi con cui riavviare la mia attività – ha detto – mi è stata anche restituita la dignità di uomo, grazie agli amici che hanno creduto in me. Ho ripreso la voglia di produrre e di andare in giro a vendere. Dal 5 all’8 dicembre sarò presente con uno stand a Poggio San Francesco, in occasione di un convegno sulla legalità, e il 19 sarò a Patti, sempre per un convegno sulla legalità. Ho appena realizzato una grande statua di S. Cecilia per la Cattedrale di Gratteri e un presepe per il Comune di Erice. Chiedo a tutti di seguire questi esempi di importante solidarietà”.
Italo Candido, da parte sua, ha spiegato che con il fondo antiusura il consorzio InterconfidiMed ha già garantito in tre anni crediti a vittime o a potenziali vittime di usura per 665 mila euro, erogati da UniCredit, Montepaschi e Credito Siciliano, e altre pratiche per 390 mila euro sono in istruttoria, esaurendo così il fondo. “Il Cda del consorzio – ha annunciato Candido – ha deciso di destinare altri 50 mila euro al fondo di garanzia antiusura che, grazie all’intervento statale, potranno consentire l’erogazione di altri crediti per un totale di 1,2 milioni di euro”.
Francesco Binenti, responsabile delle Iniziative di contrasto all’usura di UniCredit, ha chiarito se “senza legalità non ci può essere sviluppo economico. E’ per questo che UniCredit è impegnata massicciamente su questo fronte: tiene costanti rapporti con le fondazioni ‘S. Mamiliano’ di Palermo e ‘P. Puglisi’ di Messina per aiuti ai privati in difficoltà con finanziarie e usurai; con 12 consorzi fidi siciliani per l’erogazione alle imprese dei fondi previsti dalle leggi antiusura e antiracket; ed esamina con le Prefetture e con lo Sportello legalità della Cciaa di Palermo i casi più complessi. In tre anni – ha reso noto Binenti – abbiamo concluso positivamente 98 pratiche per 2,9 milioni di euro erogati. In più, tramite l’antichissimo strumento del credito su pegno, salviamo dall’usura in media ogni anno quattromila famiglie in difficoltà momentanee, con 150 mila operazioni e 70 milioni erogati”.
L’avvocato Alfredo Galasso, infine, ha raccontato come sia stato difficile dimostrare la credibilità di Raimondi, in un sistema giudiziario nel quale chi denuncia non solo ha il quasi impossibile onere della prova, ma deve anche sostenere un fondamentale giudizio di credibilità. “Credibilità che – ha sottolineato – se può andare bene in fase di indagini, al momento del dibattimento viene messo in dubbio in ogni modo dalla difesa degli imputati. Ecco perchè – ha concluso Galasso – chiedo da tempo una modifica di legge che preveda, nei casi di reati contro la libertà personale, fra cui l’usura, che l’onere della prova contraria spetti al denunciato, così come avviene ormai per i reati di mafia. Ed è per questo che la vicenda di Raimondi potrà considerarsi davvero conclusa solo quando si arriverà ad una sentenza di condanna”.
