Italia e Afghanistan sempre piu' vicini nella ricostruzione e nella cooperazione. Parte la prima edizione del "Corso Intensivo di formazione per funzionari della Pubblica Amministrazione afghana". Frattini e Saba s'incontrano dopo l'annuncio della transizione.

di C. Modica

 

Roma 26 Aprile 2011 – Quando Nilufar Shakibani ha preso la parola nella sala delle conferenze internazionali della Farnesina, era visibilmente emozionata. “Sono orgogliosa di rappresentare il popolo afghano – ha detto – e di poter partecipare a questo scambio culturale tra i nostri Paesi”. E l’emozione era ben visibile nella fierezza degli sguardi profondi di ciascuno dei 21 giovani che, alla presenza del governatore di Herat Daud Shah Saba, hanno dato alla prima edizione del corso per pubblici amministratori inserito nel programma di cooperazione tra l’Italia e l’Afghanistan.

 

E sono 21 questi giovani provenienti dall’Afghanistan che dal 14 aprile al 9 giugno di quest’anno frequentano il “Corso Intensivo di formazione per funzionari della Pubblica Amministrazione afghana” organizzato dalla Scuola nazionale di amministrazione SSPA e dal Centro Jean Monnet dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”.

Il progetto, che e’ stato presentato lo scorso 20 aprile nella Sala delle Conferenze Internazionali della Farnesina, è il risultato di una fruttuosa cooperazione tra SSPA, l’Università di Roma Tor Vergata, il Ministero italiano degli Affari esteri, e fa parte del programma di assistenza italiano alle istituzioni afghane, al fine di contribuire ad un sistema di governance nazionale e regionale dell’Afghanistan, e per aumentarne l’efficienza della sua pubblica amministrazione.

 

Durante il corso di 8 settimane previste dal programma, che si svolgerà principalmente a Roma e presso la SSPA di Caserta e presso il Ministero degli Affari Esteri e di Firenze, i partecipanti seguiranno corsi di alto livello sui principali temi che un funzionario civile moderno deve conoscere. Inoltre, essi parteciperanno a una serie di escursioni sul campo, con visite istituzionali e culturali.

 

I rapporti tra il nostro Paese e l’Afghanistan hanno da sempre potuto contare su solide basi di amicizia e rispetto, e la presenza italiana in Afghanistan durante la missione Isaf della Nato ha, con la sua carica di umanità, consolidato la fiducia tra i nostri due popoli.

 

La visita del governatore di Herat a Roma, nei giorni tra il 19 e il 21 aprile, ha perciò confermato la cordialità, il sostegno, e l’affiatamento tra  le rispettive nazioni.

 

“Fra pochi mesi l’Italia cederà la gestione della sicurezza della città di Herat alle forze locali, ma questo passaggio di testimone non comporterà un disimpegno del nostro paese nella provincia occidentale dell’Afghanistan. Al contrario, aumenteranno gli sforzi per la ricostruzione”. Questo è il messaggio che il Ministro Franco Frattini ha voluto dare al governatore della provincia di Herat Daud Shah Saba, alla sua prima visita in Italia, a meno di un mese dall’annuncio dell’avvio della transizione in alcune aree dell’Afghanistan, tra cui appunto Herat city.

Dal 2005 l’Italia guida il PRT (Provincial Reconstruction Team) di Herat, che ha il compito di sostenere il processo di ricostruzione e sviluppo. Dal 2001, sono state approvate iniziative per 520 milioni di euro e finanziamenti erogati pari a 446 milioni, di cui oltre 80 milioni in iniziative di emergenza, con particolare riferimento a settori come sanità, giustizia e governance, sviluppo agricolo, infrastrutture, condizione femminile e aiuti di emergenza. In ogni caso, ha sottolineato Frattini, “non intendiamo diminuire la nostra cooperazione una volta completata la transizione”, anzi “ci sarà una crescita”.

Durante l’incontro il ministro Frattini ha ricordato che, anche grazie all’Italia, il sistema sanitario di Herat è il migliore dell’Afghanistan. Quindi, ha insistito sulla formazione della futura classe dirigente afghana.

 

La ricostruzione a Herat “procede bene”, ha evidenziato Saba, ringraziando l’Italia per quanto sta facendo, anche sul piano militare. Le istituzioni – ha raccontato il governatore – si vanno consolidando, c’è una società giovane che rifiuta in massima parte l’integralismo religioso, le ragazze sono tornate a scuola, centinaia di persone hanno rinunciato alla violenza con i programmi di reintegro. Inoltre, quest’anno la città di Herat sarà completamente liberata dall’oppio, ha annunciato Saba, che per il futuro ha in mente nuovi obiettivi: rilanciare il tessuto economico. Per questo, ha invitato le imprese italiane a investire nella sua provincia e nel suo paese, perché – ha assicurato – ci sono tante opportunità poco conosciute in diversi settori come marmo, zafferano, vetri, tessile e turismo.

Il governo italiano, su questo fronte, ha già registrato un importante risultato. La settimana scorsa il Ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani è stato in missione in Afghanistan, dove ha firmato con il governo locale un’intesa di collaborazione economica su dieci aree di possibile interesse reciproco e i due paesi svilupperanno anche attività imprenditoriali nel settore delle piccole e medie imprese in favore delle donne.

 

Se da una parte i fatti di cronaca ci mostrano un Afghanistan ancora dentro percorsi non facili, dall’altra i sentieri del popolo afghano nella direzione della pace sono diventati parte integrante degli impegni concreti che l’Italia sta sostenendo ed alimentando.

 

 

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