Omicidio stalker: arrestato terzo complice

ROMA 18 Agosto 2011 – Nella notte, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma e della Compagnia di Roma Montesacro hanno notificato a M.A. 27enne, romano, celibe, operaio, con piccoli precedenti, un ulteriore decreto di fermo emesso dal p.m. – dott. Marco Mansi – nell’ambito delle indagini svolte in ordine all’omicidio di Stefano Suriano, colpito mortalmente da sette coltellate al torace alle ore 00.30 del 14 agosto u.s. nell’area di servizio “Q8” lungo via Tiburtina 1110. L’arrestato, sentito in ordine al delitto fino a tarda notte nella caserma di via in Selci, dopo una iniziale reticenza, a seguito di precise contestazioni in relazione agli elementi fino ad oggi raccolti dai militari, rendeva dichiarazioni confessorie ammettendo le sue responsabilità e dei suoi complici. Il fermato, dopo le formalità di rito, è stato tradotto presso la casa circondariale di Regina Coeli a disposizione dell’A.G. Sono in corso ulteriori accertamenti per verificare eventuali coinvolgimenti di altri complici.

Nel pomeriggio del 14 agosto i Carabinieri di Roma avevano sottoposto al fermo di indiziato di delitto C.N., 63enne romano, con precedenti, perchè ritenuto responsabile, in concorso con altre tre persone in corso di identificazione, dell’omicidio dello stalker Stefano Suriano, 36enne rinvenuto cadavere, nel corso della notte, in un un’area di servizio lungo la via Tiburtina.
Dai primi accertamenti era emerso che la vittima, con numerosi precedenti, anche per stalking, mentre riforniva il proprio automezzo, era stata improvvisamente aggredita da quattro persone munite di armi improprie e, a seguito delle gravi ferite riportate, decedeva presso l’ospedale Sandro Pertini poco dopo il ricovero.
Le attività di indagine svolte, hanno permesso di acclarare che l’aggressione sia riconducibile ai numerosi atti persecutori posti in essere nei confronti del fermato e delle sue due figlie. In particolare, ieri sera, dopo aver subito un’ulteriore aggressione verbale nei pressi dell’abitazione del fermato con minacce di morte, quest’ultimo, unitamente a dei complici, avrebbe organizzato una spedizione punitiva, ponendosi, con un mezzo rubato,  all’inseguimento del SURIANO che veniva intercettato nella citata area di servizio.
Il fermato, lungamente interrogato dai militari e dal P.M., dott. Marco Mansi, di fronte agli schiaccianti e numerosi elementi raccolti nei suoi confronti, aveva ammesso le proprie responsabilità in ordine all’omicidio.
Il fermato era stato tradotto presso la casa circondariale di Regina Coeli a disposizione dell’A.G.

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