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L’Arma dei Carabinieri celebra il 204° Annuale di Fondazione #FestaArma2018

All’interno della Caserma “Salvo D’Acquisto” di Tor di Quinto, l’Arma dei Carabinieri celebra il 204° Annuale di Fondazione, alla presenza del Presidente della Camera On. Roberto Fico, dei Ministri della Difesa Dott.ssa Elisabetta Trenta, dell’Interno Sen. Matteo Salvini, dell’Ambiente Gen. Sergio Costa e dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dott. Alberto Bonisoli, del Capo di Stato Maggiore della Difesa Claudio Graziano e del Comandante Generale Giovanni Nistri.

La cerimonia, che inizia alle ore 18.00 con lo schieramento di tre Reggimenti di formazione rappresentativi di tutte le organizzazioni dell’Arma, da quella Addestrativa alla Territoriale, dalla Mobile e Speciale alla Tutela Forestale Ambientale e Agroalimentare, prevede gli onori al Presidente della Camera che passerà in rassegna i reparti schierati e la consegna della Medaglia d’Oro al “Merito Civile” alla Bandiera di Guerra dell’Arma dei Carabinieri con la seguente motivazione:

Salda nella sua articolata presenza sul territorio e fedele ai più alti valori di lealtà e di incondizionata dedizione al servizio del paese, l’Arma dei Carabinieri, attraverso il Raggruppamento Operativo Speciale, erede delle sezioni speciali anticrimine, già poste alle dipendenze del Generale Carlo Alberto dalla Chiesa, ha contrastato, con coraggiosa determinazione ed esemplare professionalità, ogni forma di criminalità che, con azione violenta e organizzata, abbia tentato di minare le istituzioni democratiche e la civile pacifica convivenza. Le eccezionali capacità investigative e di analisi e il generoso impegno dei militari, sovente spinto sino al rischio della propria incolumità in situazioni di particolare criticità, permettevano di conseguire significativi successi operativi, affermando la forza delle legge con diuturna tenacia e meritando la gratitudine della nazione”. Territorio nazionale ed estero, 1990 – 2017.

Successivamente si procederà con la consegna delle “Ricompense” ai sottonotati Carabinieri:

  • Medaglia d’Oro al Valore Civile al Maresciallo Capo Andrea Ghiazza: “Con eccezionale coraggio, esemplare altruismo e cosciente sprezzo del pericolo, non esitava a intervenire in soccorso di una donna che minacciava di lanciarsi dal parapetto di un ponte. Raggiunta la malcapitata, riusciva ad afferrarla nell’istante in cui si lasciava cadere nel vuoto, scongiurando gravi conseguenze. Chiaro esempio di elette virtù civiche e non comune senso del dovere”. Alessandria, 9 ottobre 2016;
  • Medaglia d’Oro al Valore Civile all’App. Sc. Riccardo Capeccia: “Con eccezionale coraggio e generoso altruismo, non esitava a montare su un autoarticolato in movimento, il cui autista, colto da malore, giaceva riverso nella cabina di guida in preda a convulsioni, riuscendo a evitare l’impatto con due veicoli in transito e a impedire l’uscita del mezzo pesante dalla sede stradale, arrestandone infine la corsa. Chiaro esempio di elette virtù civiche e altissimo senso del dovere. 

Dusino San Michele (AT), 21 aprile 2017;

  • Medaglia d’Oro al Valore Civile all’App. Francesco Serratì e al Car. Sc. Vincenzo Donza: “Con eccezionale coraggio e cosciente sprezzo del pericolo, non esitava, insieme ad altro militare, a intervenire in un appartamento situato al nono piano di uno stabile, dove un uomo, con intenti suicidi, si era barricato minacciando di provocare l’esplosione di una bombola di gas. Nella circostanza, dopo aver raggiunto il balcone dell’appartamento, calandosi dal piano superiore, a un’altezza di circa 30 metri, riusciva a bloccare l’uomo, scongiurando più gravi conseguenze. Chiaro esempio di elette virtù civiche e non comune senso del dovere. 

Napoli, 17 giugno 2016;

  • Medaglia d’Oro al Merito Civile al Cap. Luca Colombari, al Brig. Giampiero Pellegrino e al V. Brig. Mino Nisi: “Con ferma determinazione, eccezionale coraggio e sprezzo del pericolo, non esitavano ad opporsi a pericolosi malviventi, di cui uno armato, che stavano compiendo una rapina in danno di un esercizio commerciale. Con pronta reazione li affrontavano, ferendo con un colpo di pistola esploso con l’arma in dotazione quello armato che gli aveva puntato contro un fucile. Inseguivano quindi l’altro complice datosi a precipitosa fuga, raggiungendolo e traendolo in arresto. Chiaro esempio di elette virtù civiche e non comune senso del dovere. 

Brindisi, 25 gennaio 2017.

Verrà quindi consegnata la Croce d’Oro al merito dell’Arma dei Carabinieri all’Associazione  Nazionale Carabinieri e all’Opera Nazionale di Assistenza per gli Orfani dei Militari dell’Arma dei Carabinieri, con le seguenti motivazioni:

  • Associazione Nazionale Carabinieri: “Fedele ai più alti valori di devozione alla Patria e custode delle gloriose tradizioni dell’Arma dei Carabinieri, dava nuova prova di grandissimo impegno civico ed encomiabile spirito di sacrificio realizzando innumerevoli iniziative di solidarietà e di volontariato, dalla vigilanza degli istituti scolastici e degli spazi pubblici alle attività di diffusione della cultura della legalità, sino a prodigarsi nelle operazioni di soccorso e assistenza alle popolazioni colpite dalle più gravi calamità che hanno colpito il paese. L’assoluta dedizione e il generoso altruismo dei soci riscuotevano l’ammirata gratitudine della nazione, ponendosi in concreta continuità con il servizio dell’Arma, esaltando ulteriormente il lustro dell’Istituzione.” Territorio nazionale, gennaio 2004 – dicembre 2017;
  • O.N.A.O.M.A.C.: “L’Opera Nazionale di Assistenza per gli Orfani dei Militari dell’Arma dei Carabinieri, impegnata da 70 anni ad alimentare e vivificare l’inscindibile vincolo tra l’Istituzione e i congiunti dei militari prematuramente deceduti, ha continuato a sviluppare, con intenso fervore e concretezza d’azione, molteplici iniziative in favore degli orfani dell’Arma, affiancandosi alle famiglie per curarne formazione e l’inserimento nel mondo del lavoro. Sostenuta dal corale e volontario contributo di tutti i Carabinieri e dei tanti benefattori che ne hanno condiviso finalità e valori, ha esaltato, con esemplare espressione, i sentimenti di solidale adesione al bene comune e di generoso impegno, da sempre fondamento dell’essere uomini e donne dell’Arma. Territorio nazionale, gennaio 2015 – aprile 2018.

A seguire, come di consueto, è prevista la consegna del “Premio Annuale” a sei Comandanti di Stazione che si sono particolarmente distinti nell’attività d’istituto. Come ha ricordato il Capo della Stato nel suo messaggio augurale “i Carabinieri accompagnano la vita quotidiana degli italiani…” e con loro “…hanno intessuto un legame profondo, fatto di solidarietà, fiducia, dedizione al bene comune, capacità  di corrispondere ai bisogni della gente. Ne sono espressione impareggiabile – ha proseguito il Capo dello Stato – le Stazioni”. Un rapporto che spesso travalica le questioni inerenti alla sicurezza e alla legalità sfociando in esigenze legate al vivere quotidiano. I Comandanti di Stazione sono i protagonisti di questa encomiabile opera, primi riferimenti per i cittadini, interpreti della legge, del ruolo istituzionale e di una straordinaria umanità. Quest’anno sono premiati:

  • Luogotenente Carica Speciale Pietro Patrizio BRUNO, Comandante della Stazione di Catanzaro Principale;
  • Luogotenente Paolo CAPPARELLI, Comandante della Stazione di Cormons (GO);
  • Maresciallo Maggiore Marcello CANGELOSI, Comandante della Stazione di Tortolì (NU);
  • Maresciallo Maggiore Luigi PINO, Comandante della Stazione di Rho (MI);
  • Maresciallo Maggiore Roberto PERUCCI, Comandante della Stazione Parco di Castelsantangelo sul Nera (MC);
  • Maresciallo Capo Luigi DE SANTIS, Comandante della Stazione di Grazzanise (CE).

Al termine delle premiazioni ci sarà un breve intervento del Ministro della Difesa e a seguire, dopo il deflusso dei Reparti, lo Storico Carosello Equestre, eseguito dal 4° Reggimento Carabinieri a Cavallo per rievocare la “Carica di Pastrengo” del 1848. 

La manifestazione avrà termine con gli onori finali al Presidente della Camera.

L’Arma celebra la propria festa il 5 giugno, giorno in cui, nel 1920, la Bandiera dell’Arma fu insignita della prima Medaglia d’Oro al Valor Militare per la partecipazione dei Carabinieri alla Prima guerra mondiale. La motivazione che ha accompagnato la medaglia è la seguente: “Rinnovellò le sue più fiere tradizioni con innumerevoli prove di tenace attaccamento al dovere e di fulgido eroismo, dando validissimo contributo alla radiosa vittoria delle armi d’Italia“.

 

L’Evento viene trasmesso in diretta streaming sul canale YouTube dell’Arma dei Carabinieri, al seguente url:

https://bit.ly/2rU30Eh

 

 

 

Indagine “Ombre”. Operazione antidroga dei Carabinieri.

ROMA 11 Febbraio 2013 – Sono 53, in totale, (35 nel corso delle indagini) le persone arrestate dai Carabinieri di Roma nell’ambito dell’operazione antidroga denominata “Ombre” conclusa questa mattina con la notifica di 18 ordinanze di custodia cautelare e perquisizioni a Roma, Rieti e Latina. I Carabinieri hanno notificato una ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal Gip presso il Tribunale di Roma, Dott. Alessandro Arturi, che ha accolto specifica richiesta nel senso formulata dal P.M. Dott. Giuseppe Cascini. Si è altresì dato esecuzione a complessive 18 perquisizioni locali tra Roma, Frascati, Rieti e Latina presso le abitazioni di proprietà o nella disponibilità degli arrestati, individuando e ponendo sotto sequestro 11 auto e motocicli. A carico dei soggetti è stato configurato il reato associativo previsto e punito dall’art.74 del DPR 309/90. I provvedimenti scaturiscono dall’indagine denominata “Ombre”, avviata dalla Stazione Carabinieri di San Basilio nel maggio 2011, in seguito ad alcuni arresti su piazza. Quartiere, quello di San Basilio, all’interno della quale i componenti del consesso criminoso avevano istituito un vero e proprio mercato permanente di cocaina, accreditandosi quale fonte costante di approvvigionamento per i consumatori provenienti dalle più svariate zone di Roma e del circondario. Il gruppo, organizzato gerarchicamente e con ruoli ben definiti seppur con interscambiabilità relativa, operava 12 ore al giorno (dalle 14.00 a notte fonda), sette giorni su sette, con dinamiche sperimentate e ben consolidate, finalizzate ad eludere il controllo delle Forze dell’Ordine. I due capi della gang avevano previsto tutto. Ogni giorno, presso tutte le strade di accesso al quartiere, venivano posizionate le “vedette”. Associati che, pagati 1000 euro al mese per turni di 6 ore, avevano il compito di avvisare con parole convenzionali l’arrivo e la dipartita delle pattuglie delle Forze di Polizia. Un urlo, una frase, e tutto il gruppo interrompeva in pochi secondi le attività, che riprendevano una volta allontanatesi le divise. Lo spaccio veniva invece realizzato nelle zone comprese tra Via Montegiorgio, Via Corinaldo e Via Pievebovigliana, nei lotti di edilizia popolare contrassegnati dai numeri 48, 49, 50. Ma anche in questo caso le metodologie erano ben accorte e consolidate: il pusher non deteneva la droga sulla persona, ma in anfratti ben nascosti all’interno dei campi e delle immense palazzine del quartiere. Sul luogo veniva peraltro acceso il fuoco in un bidone, strumento di tempestiva distruzione dello stupefacente, in caso di imprevisti interventi delle Forze dell’Ordine. Ricevuta dal cliente la somma contante, il pusher si allontanava per prelevare lo stupefacente occultato, per poi ritornare sul posto e concludere la contrattazione. I pusher operavano per quantità di droga cedibile: c’era chi era deputato allo spaccio dei quantitativi maggiori da 5 grammi, detti “mani”, e chi ai quantitativi minori da 0,4 grammi, detti “pezzi”. Il capo dell’organizzazione aveva previsto tutto: dalla pulizia della piazza dello spaccio ad inizio turno, al briefing prima dell’inizio attività, ai turni di riposo settimanale dei sottoposti, ai pasti veicolati sul posto di lavoro al fine di non interrompere lo spaccio, sino all’assistenza legale ed economica agli associati colpiti da provvedimenti cautelari. Non sono mancate le discussioni sulla opportunità di interrompere l’attività di spaccio in occasione delle abbondanti nevicate che hanno colpito la Capitale nel febbraio 2012. Il gruppo voleva sospendere le attività, il numero due della gang autorizza, ed il Capo è stato costretto ad intervenireL’indagine, condotta da maggio 2011 a giugno 2012, ha consentito puntuali e costanti riscontri all’ipotesi investigativa: 35 gli arresti in flagranza, centinaia le segnalazioni ex art.75 DPR 309/90, due pistole con silenziatore sequestrate; il tutto corroborato dall’episodio più indicativo, il 24 aprile 2012: dopo un appostamento durato alcuni giorni, i militari di San Basilio individuano un campo dove, ben sotterrate, vengono rinvenute e sequestrate circa 1700 dosi di cocaina, già pronte per lo spaccio, e circa € 16.000 in contanti. Alcuni numeri indicativi del fenomeno: 860 le persone controllate nel corso dell’indagine, 130 le dosi medie giornaliere piazzate ai clienti (50.000 nell’intero periodo), con un incasso medio giornaliero di €.5.400 (pari a circa 2 milioni di euro annui). Spaccio talmente frequente e sistematico da indurre l’Autorità Giudicante a paragonare la fila dei clienti fermi in attesa della loro dose, a quella degli automobilisti in coda presso un distributore di carburante. E spaccio che non si ferma nemmeno davanti a dei bambini, come documentato in una circostanza dagli operanti, allorquando un cliente riceve la propria dose tenendo sulle spalle un bambino in tenera età. Nella mattinata dell’11 febbraio 2013, la risposta dello Stato: circa 100 Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, con l’ausilio di un elicottero dell’Elinucleo di Pratica di Mare, dei Cinofili di Ponte Galeria e dell’8° Reggimento Carabinieri Lazio, hanno cinturato il Quartiere, arrestando 15 dei 18 destinatari della misura. Gli altri 3 sono stati prelevati a Roma Tor Vergata, Rieti e Latina. Destinazione carcere per 15 di loro, arresti domiciliari per gli altri 3. Nel contesto dell’attività, in virtù del disposto di cui all’art.12sexies del D.L. 306/92, i militari dell’Arma hanno sequestrato 11 tra motoveicoli ed automezzi (tra cui un’Audi Q5, una Mercedes Classe A, due Quad, tre maxiscooter Yamaha TMax), poiché aventi valore incompatibile con le dichiarazioni dei redditi presentate dagli arrestati, quasi tutti disoccupati.

Indagine "Ombre". Operazione antidroga dei Carabinieri.

ROMA 11 Febbraio 2013 – Sono 53, in totale, (35 nel corso delle indagini) le persone arrestate dai Carabinieri di Roma nell’ambito dell’operazione antidroga denominata “Ombre” conclusa questa mattina con la notifica di 18 ordinanze di custodia cautelare e perquisizioni a Roma, Rieti e Latina. I Carabinieri hanno notificato una ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal Gip presso il Tribunale di Roma, Dott. Alessandro Arturi, che ha accolto specifica richiesta nel senso formulata dal P.M. Dott. Giuseppe Cascini. Si è altresì dato esecuzione a complessive 18 perquisizioni locali tra Roma, Frascati, Rieti e Latina presso le abitazioni di proprietà o nella disponibilità degli arrestati, individuando e ponendo sotto sequestro 11 auto e motocicli. A carico dei soggetti è stato configurato il reato associativo previsto e punito dall’art.74 del DPR 309/90. I provvedimenti scaturiscono dall’indagine denominata “Ombre”, avviata dalla Stazione Carabinieri di San Basilio nel maggio 2011, in seguito ad alcuni arresti su piazza. Quartiere, quello di San Basilio, all’interno della quale i componenti del consesso criminoso avevano istituito un vero e proprio mercato permanente di cocaina, accreditandosi quale fonte costante di approvvigionamento per i consumatori provenienti dalle più svariate zone di Roma e del circondario. Il gruppo, organizzato gerarchicamente e con ruoli ben definiti seppur con interscambiabilità relativa, operava 12 ore al giorno (dalle 14.00 a notte fonda), sette giorni su sette, con dinamiche sperimentate e ben consolidate, finalizzate ad eludere il controllo delle Forze dell’Ordine. I due capi della gang avevano previsto tutto. Ogni giorno, presso tutte le strade di accesso al quartiere, venivano posizionate le “vedette”. Associati che, pagati 1000 euro al mese per turni di 6 ore, avevano il compito di avvisare con parole convenzionali l’arrivo e la dipartita delle pattuglie delle Forze di Polizia. Un urlo, una frase, e tutto il gruppo interrompeva in pochi secondi le attività, che riprendevano una volta allontanatesi le divise. Lo spaccio veniva invece realizzato nelle zone comprese tra Via Montegiorgio, Via Corinaldo e Via Pievebovigliana, nei lotti di edilizia popolare contrassegnati dai numeri 48, 49, 50. Ma anche in questo caso le metodologie erano ben accorte e consolidate: il pusher non deteneva la droga sulla persona, ma in anfratti ben nascosti all’interno dei campi e delle immense palazzine del quartiere. Sul luogo veniva peraltro acceso il fuoco in un bidone, strumento di tempestiva distruzione dello stupefacente, in caso di imprevisti interventi delle Forze dell’Ordine. Ricevuta dal cliente la somma contante, il pusher si allontanava per prelevare lo stupefacente occultato, per poi ritornare sul posto e concludere la contrattazione. I pusher operavano per quantità di droga cedibile: c’era chi era deputato allo spaccio dei quantitativi maggiori da 5 grammi, detti “mani”, e chi ai quantitativi minori da 0,4 grammi, detti “pezzi”. Il capo dell’organizzazione aveva previsto tutto: dalla pulizia della piazza dello spaccio ad inizio turno, al briefing prima dell’inizio attività, ai turni di riposo settimanale dei sottoposti, ai pasti veicolati sul posto di lavoro al fine di non interrompere lo spaccio, sino all’assistenza legale ed economica agli associati colpiti da provvedimenti cautelari. Non sono mancate le discussioni sulla opportunità di interrompere l’attività di spaccio in occasione delle abbondanti nevicate che hanno colpito la Capitale nel febbraio 2012. Il gruppo voleva sospendere le attività, il numero due della gang autorizza, ed il Capo è stato costretto ad intervenireL’indagine, condotta da maggio 2011 a giugno 2012, ha consentito puntuali e costanti riscontri all’ipotesi investigativa: 35 gli arresti in flagranza, centinaia le segnalazioni ex art.75 DPR 309/90, due pistole con silenziatore sequestrate; il tutto corroborato dall’episodio più indicativo, il 24 aprile 2012: dopo un appostamento durato alcuni giorni, i militari di San Basilio individuano un campo dove, ben sotterrate, vengono rinvenute e sequestrate circa 1700 dosi di cocaina, già pronte per lo spaccio, e circa € 16.000 in contanti. Alcuni numeri indicativi del fenomeno: 860 le persone controllate nel corso dell’indagine, 130 le dosi medie giornaliere piazzate ai clienti (50.000 nell’intero periodo), con un incasso medio giornaliero di €.5.400 (pari a circa 2 milioni di euro annui). Spaccio talmente frequente e sistematico da indurre l’Autorità Giudicante a paragonare la fila dei clienti fermi in attesa della loro dose, a quella degli automobilisti in coda presso un distributore di carburante. E spaccio che non si ferma nemmeno davanti a dei bambini, come documentato in una circostanza dagli operanti, allorquando un cliente riceve la propria dose tenendo sulle spalle un bambino in tenera età. Nella mattinata dell’11 febbraio 2013, la risposta dello Stato: circa 100 Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, con l’ausilio di un elicottero dell’Elinucleo di Pratica di Mare, dei Cinofili di Ponte Galeria e dell’8° Reggimento Carabinieri Lazio, hanno cinturato il Quartiere, arrestando 15 dei 18 destinatari della misura. Gli altri 3 sono stati prelevati a Roma Tor Vergata, Rieti e Latina. Destinazione carcere per 15 di loro, arresti domiciliari per gli altri 3. Nel contesto dell’attività, in virtù del disposto di cui all’art.12sexies del D.L. 306/92, i militari dell’Arma hanno sequestrato 11 tra motoveicoli ed automezzi (tra cui un’Audi Q5, una Mercedes Classe A, due Quad, tre maxiscooter Yamaha TMax), poiché aventi valore incompatibile con le dichiarazioni dei redditi presentate dagli arrestati, quasi tutti disoccupati.