TORINO 09 Ottobre 2012 – Pierandrea Patrucco, di Loranzè d’Ivrea (Torino), ha vinto per la seconda
volta il campionato mondiale on line di parapendio biposto, cioè un
parapendio con a bordo pilota e passeggero..
Le gare di parapendio e deltaplano in internet stanno riscuotendo grande
successo tra gli appassionati di volo libero, favorite dalla tecnologia
largamente diffusa, il GPS prima di tutto, e dalla possibilità di scegliere
quando e dove volare.
Infatti, la World XContest, come si chiama questo campionato mondiale,
prevede che i piloti tra ottobre a settembre dell’anno successivo scelgano
una o più zone di volo nel mondo, mettendo in rete le tracce GPS dei
percorsi. Illimitato il numero dei voli, ma per le classifiche finali,
compilate da un apposito software e suddivise in parapendio, deltaplano,
tandem e singoli, maschili e femminili, contano solo i migliori sei.
Nel caso di Patrucco e del suo passeggero Flavio Perona di San Maurizio
Canavese (Torino) i voli che hanno portato la coppia al successo sono
avvenuti con decollo da Fiesch e Riederalp in Svizzera e da San Giacomo e
Santa Elisabetta in Piemonte. I due hanno percorso distanze comprese tra i
103 ed i 184 chilometri per ciascun volo con quote notoveli tra panorami
mozzafiato. Al termine hanno superato Falko Felix Fischer, un tedesco che
vive in Brasile dove ha anche volato, e gli ungheresi Arpad Detki e Norbert
Varga, rispettivamente secondo, terzo e quarto in classifica. Alla
competizione hanno partecipato 305 equipaggi.
Pierandrea Patrucco è stato campione italiano di parapendio nel 1994 e nel
2001 ed aveva già vinto la XContest tandem nel 2010.
Il volo in biposto in parapendio e deltaplano ha principalmente finalità
didattiche, principali fruitori gli allievi che frequentano i corsi per il
conseguimento dell’attestato di volo previsto dalla legge. Ma un numero ben
più alto di passeggeri viene portato in volo dagli istruttori abilitati alla
conduzione di questi mezzi per semplice gusto turistico. Una buona
percentuale di costoro, provata l’ebbrezza del primo volo, passa ai corsi
specializzati.
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Operazione Meta 2010: carabinieri smantellano organizzazione di narcotraffico internazionale
ROMA 10 Novembre 2011 – Nel corso della notte, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP presso il Tribunale di Roma, dr. Maurizio Caivano, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Roma (PM Giancarlo Capaldo, Diana De Martino e Maria Cristina Palaia), nei confronti di 30 persone indagate per associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, per avere costituito una ramificata organizzazione criminale operante in più località italiane e all’estero, responsabile dell’importazione in Europa di ingenti carichi di cocaina dal Sudamerica.
Arresti, perquisizioni e sequestri patrimoniali per un valore di 5 milioni di euro sono stati eseguiti in Calabria, nelle provincie di Vibo Valentia e Reggio Calabria, nonché in provincia di Bari, Brescia, Bologna, Latina, Palermo e Pavia.
L’indagine, convenzionalmente denominata “Meta 2010” è stata avviata dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di via in Selci nel mese di settembre 2010 ed ha consentito di delineare la struttura di una ramificata organizzazione criminale operante in più località italiane e all’estero, in grado di approvvigionarsi di ingenti quantitativi di cocaina direttamente dai cartelli colombiani produttori del narcotico e di importarli in Italia occultandoli, con varie metodiche, all’interno di carichi di merce legale trasportata via nave o via aereo.
La rilevanza del traffico di stupefacenti gestito dal sodalizio criminale emerge dai seguenti maxi sequestri effettuati dagli investigatori, di carichi di narcotico che stavano per essere immessi sul mercato italiano e europeo:
− 400 Kg. di cocaina, sequestrati il 13 settembre 2010 dalla Polizia Colombiana a Bogotà, che avrebbero dovuto essere importati in Italia tramite un cargo aereo;
− 1.000 Kg. di cocaina purissima, sequestrati il 12 novembre 2010 dal Nucleo Investigativo Carabinieri di Roma nel porto di Gioia Tauro (RC), rinvenuti all’interno dei telai di carrelli agricoli contenuti in un container scaricato da una nave cargo proveniente dal Brasile;
− 1.200 Kg. di cocaina purissima, sequestrati in data 8 aprile 2011 dal Nucleo Investigativo Carabinieri di Roma nel porto di Livorno, rinvenuti all’interno di un container contenente scatolame di prodotti alimentari (lattine di “palmito”), scaricato da una nave cargo proveniente dal Cile.
Il sodalizio criminale oggetto di indagine è risultato composto da un nucleo centrale di personaggi di origine calabrese riconducibili all’alveo criminale della ‘ndrangheta i quali facevano capo al noto narcotrafficante calabrese BARBIERI Vincenzo (classe 1956) fino al suo assassinio, avvenuto a San Calogero (VV), in data 12 marzo 2011, ad opera di due killer che gli esplodevano contro 24 colpi di arma da fuoco.
Il BARBIERI era stato indagato in passato dalla DDA di Catanzaro per partecipazione ad associazione mafiosa, perché affiliato al clan “Mancuso” di Limbadi (VV), nonché per traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
Dalle investigazioni dei Carabinieri di Roma è emerso che il BARBIERI, benché sorvegliato speciale di P.S. con obbligo di soggiorno nel comune di Bologna, continuava a reggere le fila dell’organizzazione criminale investigata, ricevendo i propri accoliti in un albergo della città felsinea, oppure incontrandoli durante le poche trasferte in Calabria, autorizzate dall’A.G. per assistere ai procedimenti penali a suo carico.
Il BARBIERI e i suoi uomini operavano tramite un affiliato dell’organizzazione, anch’egli calabrese, appositamente stabilitosi in Colombia, il quale era in grado di trattare la fornitura dei carichi di cocaina conla BACRIM colombiana (“Bandas Criminales Emergentes al Servicio del Narcotrafico”) a cui viene attribuito l’invio di tonnellate di cocaina negli USA e in Europa. Il sodalizio investigato godeva di particolare credito presso tale organizzazione criminale colombiana, tanto da riuscire a ottenere più forniture di narcotico nonostante i numerosi sequestri subiti.
Al fine di realizzare le ingenti importazioni di droga, il gruppo di calabresi capeggiati dal BARBIERI si era associato ad alcuni personaggi di origine pugliese esperti di import – export, i quali avevano il compito di gestire le imprese commerciali da utilizzare per l’importazione dal Sudamerica dei carichi di merce legale al cui interno, con varie metodiche, veniva occultata la cocaina.
Nel corso dell’indagine è stato riscontrato come il sodalizio fosse in grado di ricorrere a vari metodi di occultamento della droga, disponendo evidentemente di collaudati appoggi logistico-operativi in vari paesi sudamericani come l’Argentina, il Brasile, la Bolivia e il Cile. In particolare, la cocaina è stata occultata all’interno di:
– telai in metallo di carrelli agricoli;
– lattine per alimenti confezionate in maniera del tutto identica ad un prodotto (“palmito”) commercializzato da una ditta boliviana;
– confezioni di prodotti di artigianato colombiano (bambole in legno);
– materiale di imballaggio di pannelli e parquet in legno.
In Italia il gruppo criminale oggetto di indagine operava in più località e, in particolare, nelle provincie di Vibo Valentia, Bari e Bologna, nonché in Lombardia ove, si ritiene, fosse destinata una buona parte della droga sequestrata a Gioia Tauro e Livorno. Parte dei carichi di stupefacente sequestrati al sodalizio era invece verosimilmente destinato al Nord Europa.
L’indagine, condotta dalla 3^ Sezione del Nucleo Investigativo di Roma, è stata sviluppata anche grazie a una proficua attività di cooperazione internazionale avviata tramite la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga italiana (D.C.S.A.), con il S.O.C.A. britannico (“Serious Organized Crime Agency”) ed il D.A.S. (“Departamento Administrativo de Securidad”) colombiano. Presso i porti di Gioia Tauro e Livorno l’Agenzia delle Dogane – Servizio Antifrodi doganali ha fornito un considerevole supporto e collaborazione ai Carabinieri per operare il sequestro delle 2,2 tonnellate di cocaina.
I sequestri in parola sono fra i maggiori mai operati in Italia ed Europa negli ultimi 20 anni. Il valore economico dei 2.200 kg di cocaina purissima sequestrati dai militari di via in Selci si aggira su 100 milioni di euro sul mercato all’ingrosso e 500 milioni di euro sul mercato dello spaccio al dettaglio.
Cocaina dal Brasile: maxi-sequestro dei Carabinieri
ROMA 15 Novembre 2010 – Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma hanno sequestrato un carico di 10 quintali di cocaina purissima rinvenuti all’interno di un container sbarcato nel porto calabrese di Gioia Tauro da una nave mercantile proveniente dal Brasile.
Il maxi sequestro è stato eseguito nell’area doganale del porto di Gioia Tauro in collaborazione con i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria e con il Servizio Antifrodi Doganali delle dogane portuali. Il carico è stato individuato dopo alcuni giorni di meticolosi controlli eseguiti su numerosi container in transito nel porto di Gioia Tauro. Tra questi è stato individuato un container fantasma che non risultava in regola con la documentazione di carico e doganale e che quindi è stato sottoposto a controlli più accurati.
La droga era stata nascosta all’interno di carrelli trasportatori per uso agricolo ed è stata scoperta grazie a sofisticate apparecchiature che hanno consentito di rilevare delle anomalie nel confezionamento dei tubi in metallo componenti il telaio dei carrelli agricoli. Per estrarre lo stupefacente è stato necessario apre ogni singolo tubo con la fiamma ossidrica. Alla fine i Carabinieri di via in Selci hanno contato e sequestrato 1.000 panetti da 1 kg ciascuno di droga per un peso complessivo di 1.000 kg di cocaina di elevata qualità e purezza.
L’operazione si inquadra nell’ambito di attività di cooperazione internazionale di polizia grazie alle quali, nei giorni scorsi, era stato segnalato ai Carabinieri di Roma l’imminente arrivo di un carico di cocaina dal Sudamerica via mare. Di qui la decisione di far scattare i controlli, tra l’altro, nel porto di Gioia Tauro, prima tappa italiana di gran parte dei cargo mercantili in arrivo dal centro – Sudamerica. E’ verosimile che una parte dello stupefacente sequestrato fosse destinato al mercato italiano e una parte al centro – nord Europa.
Il valore dello stupefacente sequestrato sul mercato dello spaccio al dettaglio ammonta a 200 – 250 milioni di Euro.
Si tratta del più ingente sequestro di cocaina eseguito in Italia negli ultimi 15 anni e di uno dei maggiori in Europa.
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