In questi ultimi giorni, la Comunità Internazionale e il Santo Padre hanno lanciato numerosi appelli affinché venga affrontata e risolta la gravissima crisi umanitaria che si sta consumando nel Corno d’Africa ed in particolare in Somalia.
Proprio in quel Paese, le Nazioni Unite hanno dichiarato lo stato di carestia, provocato nel tempo dalla combinazione letale di instabilità politica, siccità e aumento dei prezzi delle derrate alimentari. Il tasso di malnutrizione in molte zone supera il 50%. Sono oltre 2 milioni quelli che soffrono le conseguenze più terribili della grave crisi alimentare e per 1 milione di loro c’è il rischio concreto di morte per fame.
In più, secondo le stime, le ripercussioni della carestia stanno interessando indirettamente 11,5 milioni di persone in tutto il Corno d’Africa.
L’Associazione Perigeo International Onlus, attiva nel Corno d’Africa dal 2004 e in Somalia dal 2010, sta coordinando l’invio di aiuti umanitari destinati alle strutture sanitarie somale.
“Dagli ospedali ci arrivano quotidianamente allarmi per la fine delle scorte di medicinali” ha affermato il direttore della Perigeo Gianluca Frinchillucci, delegato sanitario del Puntland Somalo per le relazioni con l’Italia e l’Europa “e le carenti strutture ospedaliere locali non riescono più a sostenere l’arrivo massiccio di disperati ogni giorno. Noi stiamo per inviare un container carico di medicinali, apparecchiature mediche e beni di prima necessità che invieremo in Puntland entro pochi giorni. Finora abbiamo ricevuto l’aiuto generoso della CGIL Marche per questo intervento umanitario ma stiamo già organizzando l’invio di altri container e abbiamo bisogno della generosità di tutti, cittadini e istituzioni marchigiane e nazionali”.
L’appello del direttore della Perigeo giunge poco dopo la recente visita in Somalia del sottosegretario Mantica, con la quale l’Italia ha inaugurato una nuova fase di relazioni e interventi a sostegno della Somalia e del Puntland somalo: “Gli aiuti arriveranno all’Ospedale De Martino di Mogadiscio e al Mudug General Hospital di Galkayo”, continua Frinchillucci, “I Somali si definiscono ancora nostri fratelli e continuano a credere nel legame che unisce il nostro popolo al loro. Mi auguro che da tutti venga accolto questo grido di aiuto”.
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