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L’uomo e l’ambiente: sfide globali, scenari emergenti, contrasto e prospettive

TECUM2016 - logo.itaLa recente conferenza di Parigi sui cambiamenti climatici ha reso evidente la necessità di un concreto e sinergico impegno, dell’intera comunità mondiale, per garantire la protezione del delicato ecosistema della terra.

Il delicato equilibrio fra uomo e ambiente, minacciato dalle ecomafie e dai comportamenti scorretti dei singoli, sono costantemente monitorati dall’Arma dei Carabinieri e l’Italia, proprio con la “Benemerita”, è stata la prima nazione in Europa ad istituire una forza dedicata, in via prioritaria, all’applicazione delle normativa ambientali. Nel 1986, infatti, venne istituito il Ministero dell’Ambiente ed il Nucleo Operativo Ecologico (N.O.E.) dei Carabinieri, posto alle dipendenze funzionali dello stesso Ministero con compiti di vigilanza, prevenzione e repressione delle violazioni compiute in materia ambientale.

A conferma del ruolo dell’Arma nel contrasto ai reati ambientali, la Commissione Europea ha affidato a un Consorzio internazionale guidato dall’Italia, e per essa dai Carabinieri, con la partecipazione del Ministero dell’Ambiente, della Guardia Civil spagnola e della Environmental Guard Romena, il progetto TECUM (Tackling environmental crimes through standardised methodologies). Tale progetto, partendo dai risultati della Presidenza italiana del Consiglio UE del 2014, si prefigge l’esecuzione di un’operazione coordinata a livello europeo di contrasto al traffico illecito di rifiuti gestito dalla criminalità, anche mediante la diffusione dei risultati conseguiti e lo svolgimento di campagne mediatiche.

tecumconference2016In questo quadro l’Arma dei Carabinieri e il Corpo Forestale dello Stato, interessati a un prossimo percorso di accorpamento che darà vita a un nuovo polo di eccellenza in materia di sicurezza ambientale, hanno promosso una Conferenza internazionale sull’Ambiente, in programma alla Scuola Ufficiali dei Carabinieri, a testimonianza del reciproco impegno per la tutela dell’ambiente.

La Conferenza, che si è svolta luogo il 6 e il 7 maggio p.v. presso la Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma, ha visto la partecipazione dei Ministri italiani interessati, di prestigiosi relatori, individuati in alte cariche istituzionali nazionali e dell’UE, rappresentanti di Enti governativi stranieri e di Organismi internazionali che operano a favore della tutela dell’ambiente (CITES, FAO, EUROJUST, EUROPOL, INTERPOL, IPCC, NATO, UNEP, UNODC e WWF), nonché docenti universitari ed esperti di settore di larga fama.

All’incontro hanno preso parte relatori individuati in alte cariche istituzionali nazionali e dell’UE, nonché rappresentanti di enti governativi stranieri e di organismi e associazioni nazionali e internazionali che operano a favore della tutela dell’ambiente – quali CITES, EUROJUST, EUROPOL, FAO, INTERPOL, IPCC, NATO, UNEP, UNODC, Fondazione UniVerde, Greenpeace Italia, Italia Nostra, LAV, Legambiente, Libera, LIPU e WWF – docenti universitari ed esperti di settore di larga fama, è stato aperto dal Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette che ha rivolto un indirizzo di saluto alle personalità presenti e a tutti i convenuti.
tecumcongerence2016.1Hanno successivamente preso la parola i Ministri degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale On. Paolo Gentiloni,  dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Dott. Gian Luca Galletti, delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Dott. Maurizio Martina, l’On. Enrico Costa, Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie e dell’On. Marianna Madia, Ministro per la Semplificazioni e la Pubblica Amministrazione.
La conferenza, sviluppata nell’arco di due giornate di lavori, si è articolata in 3 panel tematici, incentrati, rispettivamente, su:

–       scenario internazionale di riferimento, nell’ambito del quale saranno descritti, fra l’altro, i rapporti fra etica e ambiente, i modelli di sviluppo sostenibile, i cambiamenti climatici e la protezione delle foreste, della fauna e della flora in pericolo;

–       scenario nazionale, nel corso del quale, nella prima fase saranno dibattute – in una tavola rotonda cui parteciperanno anche i presidenti delle più importanti associazioni ambientaliste italiane – le priorità in materia di tutela ambientale del nostro Paese, mentre nella seconda saranno illustrati – da parlamentari, ricercatori e giuristi – gli strumenti normativi  atti a garantire una sempre più efficace protezione della natura;

–       strategie operative di tutela dell’ambiente e possibili prospettive di sviluppo nell’azione di contrasto ai reati ambientali, la cui trattazione sarà affidata a rappresentanti della magistratura italiana e degli organismi comunitari e internazionali impegnati nel contrasto, a livello globale, dei reati ambientali.

L’evento, si è concluso sabato 7 maggio alle ore 12.30 con gli interventi di chiusura del Capo del Corpo Forestale Cesare Patrone e del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette.

Durante l’intero convegno è stata esposta l’opera dell’artista Angelo Savarese intitolata “Articolo 9”, olio e acrilico su tela 200×200, donata dal Maestro all’Arma dei Carabinieri, con una sobria cerimonia prima dell’apertura dei lavori. Attraverso il dipinto, che prende il nome dall’articolo 9 della Costituzione (ndr. La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione), l’artista richiama l’esigenza della tutela del paesaggio, del patrimonio culturale e dello sviluppo della cultura e della ricerca scientifica.

Operazione "Magna Charta"

‘NDRANGHETA E NARCOTRAFFICO – OPERAZIONE INTERNAZIONALE DEI CARABINIERI.

DECINE DI ARRESTI IN ITALIA, BULGARIA, SLOVENIA, SPAGNA, OLANDA, FINLANDIA E CROAZIA. SEQUESTRATE 6 TONNELLATE DI COCAINA

 

ROMA 04 Giugno 2012 – I carabinieri del ROS hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Milano, su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di 30 indagati, per associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti e specifici reati di importazione di ingentissimi quantitativi di cocaina.

Sette trafficanti sono stati arrestati in Lombardia, Piemonte e Veneto, mentre gli altri interventi sono stati effettuati in Bulgaria, Spagna, Olanda, Slovenia, Romania, Croazia, Finlandia e Georgia dai carabinieri e dalle locali forze di polizia che da tempo stavano collaborando alle indagini.

I provvedimenti restrittivi scaturiscono dalle indagini avviate sin dal 2005 in Piemonte nei confronti di una componente calabrese riconducibile alle cosche di Rosarno (RC) ed in particolare alla famiglia BELLOCCO.

Il gruppo si riforniva della droga destinata al mercato piemontese tramite un sodalizio di matrice bulgara che provvedeva all’importazione dello stupefacente in Italia ed in Europa e la cui centrale operativa veniva localizzata a Milano.

L’attività investigativa proseguiva quindi sotto la direzione della Procura Distrettuale Antimafia di Milano,documentando l’attività di brokeraggio della componente bulgara anche in favore di altri gruppi italiani e stranieri ed accertandone la responsabilità nell’importazione di ingenti quantitativi di cocaina dall’Argentina.

     Il fondamentale supporto della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia e di Eurojust, consentiva poi di estendere le indagini in Bulgaria, con la collaborazione di quelle Autorità ed in Spagna, dove veniva individuata ad Alicante un’ulteriore base operativa del sodalizio.

Nella prima fase delle indagini, le modalità e l’entità del traffico venivano riscontrate da numerosi interventi di riscontro, con l’arresto di corrieri bulgari provenienti dall’aeroporto dominicano di La Romana ed il sequestro di singoli carichi negli scali aerei di Milano e Amsterdam.

In un secondo momento, le indagini documentavano un ben più rilevante flusso di narcotico, importato via mare dall’organizzazione attraverso imbarcazioni da diporto appositamente modificate. Gli specialisti di queste importazioni erano gli italiani CATTELAN Fabio ed il fratello Lucio, deputati anche al reclutamento degli skipper ed al reperimento delle imbarcazioni predisposte con doppi fondi, che dai Caraibi navigavano da e verso i porti turistici della Spagna e delle isole Baleari, luogo di approdo e di primo stoccaggio della cocaina, successivamente trasferita in Italia, ma anche in più Paesi europei ed alla Croazia, dove dimoravano il trafficante padovano Antonio MELATO ed il figlio Alessandro.

Challenger     Nel febbraio 2007, le attività tecniche condotte sul MELATO consentivano di seguire le mosse degli equipaggi che stavano trasportando, su imbarcazioni transoceaniche, enormi carichi di cocaina dal Venezuela in Spagna. Così il 14 febbraio 2007 veniva intercettato a 100 miglia a nordovest dell’arcipelago di Madeira, il veliero BLAUS VII, e sequestrati gli oltre 2000 kg. di cocaina occultati a bordo, con l’arresto di tre membri dell’equipaggio. L’imbarcazione era condotta dal padovano VOLTAN Mattia, ingaggiato dal MELATO. Nel medesimo giorno, sempre su attivazione italiana, veniva intercettato dalla dogana spagnola il natante OCT CHALLENGER e sequestrati ulteriori 4.000 kg. circa di cocaina con l’arresto di sette membri di equipaggio, tra cui gli italiani MEDAGLIA Luca e CORBO Martino, ingaggiati dai fratelli CATTELAN.

arresto Banev     Nel periodo successivo, emergeva l’intenzione degli indagati di riprendere i contatti con gli emissari del cartello fornitore a Girona (E), per riorganizzare ulteriori importazioni di droga, la cui commercializzazione sul mercato europeo avrebbe dovuto ripianare le perdite subite. Tramite MELATO Antonio, il capo della componente bulgara, BANEV Evelin Nicolov, detto Brendo, finanziava quindi il noleggio di nuove imbarcazioni e l’ingaggio degli equipaggi presenti nelle Isole Canarie, approntando in particolare una barca a vela modello Bavaria 47 e la motonave LIBERTAD, funzionale all’importazione di un ulteriore carico di circa 3000 kg. di cocaina. Una grave divulgazione di notizie sull’indagine, di cui venivano posti a conoscenza i principali trafficanti bulgari, determinava tuttavia il congelamento delle attività in corso. La perquisizione eseguita dalla polizia locale a carico del BANEV, arrestato nell’ambito di un autonomo procedimento instaurato in quel Paese per riciclaggio, ha dato riscontro documentale di ciò e condotte le autorità bulgare ad accertare la responsabilità di un magistrato locale, ora non più in servizio.

Sul fronte patrimoniale, le indagini internazionali hanno consentito l’individuazione in Svizzera di numerosi rapporti bancari e finanziari ed il sequestro di una somma complessiva ammontante a circa 10 milioni di euro, provento del narcotraffico.

Al momento dell’intervento dei carabinieri e della polizia croata, il MELATO Antonio, con il figlio Alessandro, anch’egli arrestato a Dubrovnik, stava accingendosi ad una nuova spedizione di narcotico, questa volta, verosimilmente seguendo la rotta africana.

La vasta attività investigativa ha evidenziato un’inedita complicità di gruppi della criminalità italiana con i sodalizi bulgari, in grado di accedere a primari canali di approvvigionamento, investendo enormi capitali anche nell’acquisto di costose imbarcazioni transoceaniche, poi modificate per il trasporto del narcotico.

Il brillante risultato operativo è stato commentato dal Ministro dell’Interno bulgaro Tsvetan Tsvetanov che, nel corso di una conferenza stampa cui hanno partecipato anche il Vice Procuratore Generale Galina Toneva, il Capo della Polizia Kalin Gheorghiev ed il Direttore Generale per la Lotta alla Criminalità Organizzata Stanimir Florov, ha espresso il proprio compiacimento per l’eccellente lavoro svolto e la proficua cooperazione realizzata con l’Italia e l’Arma dei Carabinieri; un impegno condiviso in direzione di obiettivi comuni, che ha consentito, tra l’altro, l’arresto di Evelin Banev, facoltoso uomo d’affari, sospettato di essere uno dei maggiori esponenti della criminalità organizzata bulgara.

Operazione “Magna Charta”

‘NDRANGHETA E NARCOTRAFFICO – OPERAZIONE INTERNAZIONALE DEI CARABINIERI.

DECINE DI ARRESTI IN ITALIA, BULGARIA, SLOVENIA, SPAGNA, OLANDA, FINLANDIA E CROAZIA. SEQUESTRATE 6 TONNELLATE DI COCAINA

 

ROMA 04 Giugno 2012 – I carabinieri del ROS hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Milano, su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di 30 indagati, per associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti e specifici reati di importazione di ingentissimi quantitativi di cocaina.

Sette trafficanti sono stati arrestati in Lombardia, Piemonte e Veneto, mentre gli altri interventi sono stati effettuati in Bulgaria, Spagna, Olanda, Slovenia, Romania, Croazia, Finlandia e Georgia dai carabinieri e dalle locali forze di polizia che da tempo stavano collaborando alle indagini.

I provvedimenti restrittivi scaturiscono dalle indagini avviate sin dal 2005 in Piemonte nei confronti di una componente calabrese riconducibile alle cosche di Rosarno (RC) ed in particolare alla famiglia BELLOCCO.

Il gruppo si riforniva della droga destinata al mercato piemontese tramite un sodalizio di matrice bulgara che provvedeva all’importazione dello stupefacente in Italia ed in Europa e la cui centrale operativa veniva localizzata a Milano.

L’attività investigativa proseguiva quindi sotto la direzione della Procura Distrettuale Antimafia di Milano,documentando l’attività di brokeraggio della componente bulgara anche in favore di altri gruppi italiani e stranieri ed accertandone la responsabilità nell’importazione di ingenti quantitativi di cocaina dall’Argentina.

     Il fondamentale supporto della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia e di Eurojust, consentiva poi di estendere le indagini in Bulgaria, con la collaborazione di quelle Autorità ed in Spagna, dove veniva individuata ad Alicante un’ulteriore base operativa del sodalizio.

Nella prima fase delle indagini, le modalità e l’entità del traffico venivano riscontrate da numerosi interventi di riscontro, con l’arresto di corrieri bulgari provenienti dall’aeroporto dominicano di La Romana ed il sequestro di singoli carichi negli scali aerei di Milano e Amsterdam.

In un secondo momento, le indagini documentavano un ben più rilevante flusso di narcotico, importato via mare dall’organizzazione attraverso imbarcazioni da diporto appositamente modificate. Gli specialisti di queste importazioni erano gli italiani CATTELAN Fabio ed il fratello Lucio, deputati anche al reclutamento degli skipper ed al reperimento delle imbarcazioni predisposte con doppi fondi, che dai Caraibi navigavano da e verso i porti turistici della Spagna e delle isole Baleari, luogo di approdo e di primo stoccaggio della cocaina, successivamente trasferita in Italia, ma anche in più Paesi europei ed alla Croazia, dove dimoravano il trafficante padovano Antonio MELATO ed il figlio Alessandro.

Challenger     Nel febbraio 2007, le attività tecniche condotte sul MELATO consentivano di seguire le mosse degli equipaggi che stavano trasportando, su imbarcazioni transoceaniche, enormi carichi di cocaina dal Venezuela in Spagna. Così il 14 febbraio 2007 veniva intercettato a 100 miglia a nordovest dell’arcipelago di Madeira, il veliero BLAUS VII, e sequestrati gli oltre 2000 kg. di cocaina occultati a bordo, con l’arresto di tre membri dell’equipaggio. L’imbarcazione era condotta dal padovano VOLTAN Mattia, ingaggiato dal MELATO. Nel medesimo giorno, sempre su attivazione italiana, veniva intercettato dalla dogana spagnola il natante OCT CHALLENGER e sequestrati ulteriori 4.000 kg. circa di cocaina con l’arresto di sette membri di equipaggio, tra cui gli italiani MEDAGLIA Luca e CORBO Martino, ingaggiati dai fratelli CATTELAN.

arresto Banev     Nel periodo successivo, emergeva l’intenzione degli indagati di riprendere i contatti con gli emissari del cartello fornitore a Girona (E), per riorganizzare ulteriori importazioni di droga, la cui commercializzazione sul mercato europeo avrebbe dovuto ripianare le perdite subite. Tramite MELATO Antonio, il capo della componente bulgara, BANEV Evelin Nicolov, detto Brendo, finanziava quindi il noleggio di nuove imbarcazioni e l’ingaggio degli equipaggi presenti nelle Isole Canarie, approntando in particolare una barca a vela modello Bavaria 47 e la motonave LIBERTAD, funzionale all’importazione di un ulteriore carico di circa 3000 kg. di cocaina. Una grave divulgazione di notizie sull’indagine, di cui venivano posti a conoscenza i principali trafficanti bulgari, determinava tuttavia il congelamento delle attività in corso. La perquisizione eseguita dalla polizia locale a carico del BANEV, arrestato nell’ambito di un autonomo procedimento instaurato in quel Paese per riciclaggio, ha dato riscontro documentale di ciò e condotte le autorità bulgare ad accertare la responsabilità di un magistrato locale, ora non più in servizio.

Sul fronte patrimoniale, le indagini internazionali hanno consentito l’individuazione in Svizzera di numerosi rapporti bancari e finanziari ed il sequestro di una somma complessiva ammontante a circa 10 milioni di euro, provento del narcotraffico.

Al momento dell’intervento dei carabinieri e della polizia croata, il MELATO Antonio, con il figlio Alessandro, anch’egli arrestato a Dubrovnik, stava accingendosi ad una nuova spedizione di narcotico, questa volta, verosimilmente seguendo la rotta africana.

La vasta attività investigativa ha evidenziato un’inedita complicità di gruppi della criminalità italiana con i sodalizi bulgari, in grado di accedere a primari canali di approvvigionamento, investendo enormi capitali anche nell’acquisto di costose imbarcazioni transoceaniche, poi modificate per il trasporto del narcotico.

Il brillante risultato operativo è stato commentato dal Ministro dell’Interno bulgaro Tsvetan Tsvetanov che, nel corso di una conferenza stampa cui hanno partecipato anche il Vice Procuratore Generale Galina Toneva, il Capo della Polizia Kalin Gheorghiev ed il Direttore Generale per la Lotta alla Criminalità Organizzata Stanimir Florov, ha espresso il proprio compiacimento per l’eccellente lavoro svolto e la proficua cooperazione realizzata con l’Italia e l’Arma dei Carabinieri; un impegno condiviso in direzione di obiettivi comuni, che ha consentito, tra l’altro, l’arresto di Evelin Banev, facoltoso uomo d’affari, sospettato di essere uno dei maggiori esponenti della criminalità organizzata bulgara.