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Palermo: no agli eccessivi ribassi, la denuncia dell'Ance Sicilia

PALERMO 04 Dicembre 2010 – Gli effetti negativi della crisi devastante del settore edile, non affrontata da parecchi anni e denunciata dall’Ance Sicilia partecipando alla manifestazione nazionale di Roma di mercoledì scorso, spingono le imprese anche a rimetterci pur di lavorare e di non chiudere.
Complice la norma regionale – di cui da tempo si chiede la modifica – che permette ampi ribassi nelle gare di importo compreso fra 1 e 5 milioni di euro, nelle ultime settimane si stanno registrando in tutta l’Isola aggiudicazioni con ribassi medi del 48%, ma che si sono spinti addirittura fino al 53%.
Una follia suicida, secondo l’Ance Sicilia, perchè lavori pagati a queste condizioni non possono che essere eseguiti male, a scapito della sicurezza degli addetti ai cantieri e con la prevedibile necessità, in futuro, di rivederli o di ripeterli di sana pianta, comportando ulteriori spese per le pubbliche amministrazioni. Alla resa dei conti, non di risparmi si tratta, ma di raddoppi di costi sugli importi a base d’asta.
E’ per queste ragioni che, a margine della manifestazione di Roma, l’Ance Sicilia ha deciso di chiedere al governo regionale di intervenire immediatamente su queste aggiudicazioni con ribasso eccessivo (se ne contano 12 nel solo mese di ottobre scorso), di bloccare tutti i bandi pubblicati nella categoria di importo compresa fra 1 e 5 milioni di euro e di provvedere con altrettanta urgenza a modificare la norma sui criteri di aggiudicazione dei pubblici incanti per eliminare queste pericolose anomalie dal sistema degli appalti in Sicilia.
A supporto di questa denuncia, l’Ance Sicilia consegnerà nei prossimi giorni al governo regionale l’elenco delle aggiudicazioni con ribasso eccessivo e sarà disponibile ad un confronto serio che affronti complessivamente le cause della crisi: dal lungo elenco di progetti finanziati e cantierabili ma bloccati da anni, alla revisione del ruolo del general contractor nei grandi appalti; dalle ingenti risorse disponibili e non utilizzate, al pressing sul governo nazionale per ottenere i fondi Fas; fino alla modifica della legge sugli appalti.
L’Ance Sicilia deve, purtroppo, rilevare che queste situazioni non sono nuove e che la storia insegna come si ripetano ciclicamente ad ogni periodo di gravissima congiuntura. Come dire, dopo oltre tre secoli non è cambiato nulla.
Lo dimostra la lettera scritta il 17 luglio del 1683, quindi 323 anni fa, dal Maresciallo di Francia, l’architetto Sebastien Le Preste, Marchese di Vauban, al ministro della Guerra Francois Michel Le Tellier:
“Eccellenza Ministro della Guerra,
abbiamo opere di costruzione che trasciniamo da anni non mai terminate e che forse terminate non saranno mai.
Questo succede, Eccellenza, per la confusione causata dai frequenti ribassi che si apportano nelle opere Vostre, poiché va certo che tutte le rotture di contratti, così come i mancamenti di parola ed il ripetersi degli appalti, ad altro non servono che ad attirarVi quali Impresari tutti i miserabili che non
sanno dove batter del capo ed i bricconi e gli ignoranti, facendo al
tempo medesimo fuggire da Voi quanti hanno i mezzi e la capacità per
condurre un’impresa. E dire inoltre che tali ribassi ritardano e
rincarano considerevolmente i lavori, i quali ognora più scadenti
diverranno.
E dire pure che le economie realizzate con tali ribassi e
sconti cotanto accanitamente ricercati, saranno immaginarie, giacché
similmente avviene per un impresario che perde quanto per un individuo
che si annoia: s’attacca egli a tutto ciò che può, ed attaccarsi a
tutto ciò che si può, in materia di costruzioni, significa non pagare i
mercanti che fornirono i materiali, compensare malamente i propri
operai, imbrogliare quanta più gente si può, avere la mano d’opera più
scadente, come quella che a minor prezzo si dona, adoperare i materiali
peggiori, trovare cavilli in ogni cosa e leggere la vita ora di questo
ora di quello.
Ecco dunque quanto basta, Eccellenza, perchè vediate l’errore di questo Vostro sistema; abbandonatelo quindi in nome di Dio; ristabilite la fiducia,
pagate il giusto prezzo dei lavori, non rifiutate un onesto compenso a un imprenditore che compirà il suo dovere, sarà sempre questo l’affare migliore che Voi potrete fare”.

Palermo: no agli eccessivi ribassi, la denuncia dell’Ance Sicilia

PALERMO 04 Dicembre 2010 – Gli effetti negativi della crisi devastante del settore edile, non affrontata da parecchi anni e denunciata dall’Ance Sicilia partecipando alla manifestazione nazionale di Roma di mercoledì scorso, spingono le imprese anche a rimetterci pur di lavorare e di non chiudere.
Complice la norma regionale – di cui da tempo si chiede la modifica – che permette ampi ribassi nelle gare di importo compreso fra 1 e 5 milioni di euro, nelle ultime settimane si stanno registrando in tutta l’Isola aggiudicazioni con ribassi medi del 48%, ma che si sono spinti addirittura fino al 53%.
Una follia suicida, secondo l’Ance Sicilia, perchè lavori pagati a queste condizioni non possono che essere eseguiti male, a scapito della sicurezza degli addetti ai cantieri e con la prevedibile necessità, in futuro, di rivederli o di ripeterli di sana pianta, comportando ulteriori spese per le pubbliche amministrazioni. Alla resa dei conti, non di risparmi si tratta, ma di raddoppi di costi sugli importi a base d’asta.
E’ per queste ragioni che, a margine della manifestazione di Roma, l’Ance Sicilia ha deciso di chiedere al governo regionale di intervenire immediatamente su queste aggiudicazioni con ribasso eccessivo (se ne contano 12 nel solo mese di ottobre scorso), di bloccare tutti i bandi pubblicati nella categoria di importo compresa fra 1 e 5 milioni di euro e di provvedere con altrettanta urgenza a modificare la norma sui criteri di aggiudicazione dei pubblici incanti per eliminare queste pericolose anomalie dal sistema degli appalti in Sicilia.
A supporto di questa denuncia, l’Ance Sicilia consegnerà nei prossimi giorni al governo regionale l’elenco delle aggiudicazioni con ribasso eccessivo e sarà disponibile ad un confronto serio che affronti complessivamente le cause della crisi: dal lungo elenco di progetti finanziati e cantierabili ma bloccati da anni, alla revisione del ruolo del general contractor nei grandi appalti; dalle ingenti risorse disponibili e non utilizzate, al pressing sul governo nazionale per ottenere i fondi Fas; fino alla modifica della legge sugli appalti.
L’Ance Sicilia deve, purtroppo, rilevare che queste situazioni non sono nuove e che la storia insegna come si ripetano ciclicamente ad ogni periodo di gravissima congiuntura. Come dire, dopo oltre tre secoli non è cambiato nulla.
Lo dimostra la lettera scritta il 17 luglio del 1683, quindi 323 anni fa, dal Maresciallo di Francia, l’architetto Sebastien Le Preste, Marchese di Vauban, al ministro della Guerra Francois Michel Le Tellier:
“Eccellenza Ministro della Guerra,
abbiamo opere di costruzione che trasciniamo da anni non mai terminate e che forse terminate non saranno mai.
Questo succede, Eccellenza, per la confusione causata dai frequenti ribassi che si apportano nelle opere Vostre, poiché va certo che tutte le rotture di contratti, così come i mancamenti di parola ed il ripetersi degli appalti, ad altro non servono che ad attirarVi quali Impresari tutti i miserabili che non
sanno dove batter del capo ed i bricconi e gli ignoranti, facendo al
tempo medesimo fuggire da Voi quanti hanno i mezzi e la capacità per
condurre un’impresa. E dire inoltre che tali ribassi ritardano e
rincarano considerevolmente i lavori, i quali ognora più scadenti
diverranno.
E dire pure che le economie realizzate con tali ribassi e
sconti cotanto accanitamente ricercati, saranno immaginarie, giacché
similmente avviene per un impresario che perde quanto per un individuo
che si annoia: s’attacca egli a tutto ciò che può, ed attaccarsi a
tutto ciò che si può, in materia di costruzioni, significa non pagare i
mercanti che fornirono i materiali, compensare malamente i propri
operai, imbrogliare quanta più gente si può, avere la mano d’opera più
scadente, come quella che a minor prezzo si dona, adoperare i materiali
peggiori, trovare cavilli in ogni cosa e leggere la vita ora di questo
ora di quello.
Ecco dunque quanto basta, Eccellenza, perchè vediate l’errore di questo Vostro sistema; abbandonatelo quindi in nome di Dio; ristabilite la fiducia,
pagate il giusto prezzo dei lavori, non rifiutate un onesto compenso a un imprenditore che compirà il suo dovere, sarà sempre questo l’affare migliore che Voi potrete fare”.

Palermo: piano anticrisi, le richieste dell'Ance al presidente della regione Lombardo

PALERMO 09 Novembre 2010 – La riunione del 4 nove,bre scorso a Palermo dei Consigli direttivi delle sezioni provinciali dell’Ance, alla presenza del presidente nazionale Paolo Buzzetti e del Comitato regionale di presidenza guidato da Salvo Ferlito, ha espresso grande disappunto per l’assenza del governatore Raffaele Lombardo, al quale si voleva chiedere come pensa la Regione di risollevare il settore dalla crisi in assenza di investimenti programmati per infrastrutture ed edilizia.
L’Ance Sicilia, stigmatizzando questo comportamento, si attende ora dal presidente Lombardo risposte urgenti a sei richieste: lo sblocco dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni, l’utilizzo dei fondi Fas per finanziare piccole e medie opere pubbliche, il varo dei regolamenti urbanistici e dei piani di edilizia residenziale, l’allineamento dinamico della legge regionale alla normativa nazionale sui lavori pubblici, la revisione del ruolo dei general contractor nell’esecuzione di grandi opere, la semplificazione della pubblica amministrazione.
Tali provvedimenti, attesi da oltre un anno, sono ormai improrogabili, in quanto indispensabili ad arginare una crisi dilagante che ha già divorato centinaia di imprese e oltre 30 mila posti di lavoro e che, continuando l’attuale trend al ribasso degli appalti, farà chiudere ulteriori aziende e creerà ancora disoccupati con imprevedibili conseguenze sulla tenuta sociale dell’economia dell’Isola.
In assenza di risposte, l’Ance Sicilia, in occasione della manifestazione nazionale di protesta programmata a Roma per i primi di dicembre, chiederà al governo nazionale di intervenire sulla grave situazione siciliana.