ROMA 20 Settembre 2010 – Roma è in lutto cittadino per il capitano Alessandro Romani, ucciso venerdì in Afghanistan. Le esequie hanno avuto inizio alle 15.30 nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, nella capitale. Ai funerali erano presenti il presidente della Repubblica Napolitano, i presidenti di Senato e Camera, Schifani e Fini, il sottosegretario Letta in rappresentanza del governo, il ministro della Difesa La Russa, i ministri Renato Brunetta, Giorgia Meloni, il governatore del Lazio, Renata Polverini, il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, il sindaco della Capitale, Gianni Alemanno, i massimi vertici militari e delle foze dell’ordine.
Stamane al Celio la camera ardente. Poi, tra commozione e applausi il feretro è stato portato nella Basilica capitolina, avvolto nel Tricolore.
“Alessandro in Afghanistan voleva che gli ordigni non spegnessero più i sogni dei bambini, che le donne non fossero più sfigurate e lapidate, che gli uomini non fossero più legati su pali in attesa della morte, dinnanzi agli occhi dei figli”. Lo ha detto mons.Pelvi nell’omelia ai funerali del tenente ( ora capitano ) Alessandro Romani.
Nel ricordare il capitano Alessandro Romani, mons. Pelvi ha aggiunto che la sua morte è “un’altra Via Crucis” e che se “vogliamo la pace” si deve assicurare la giustizia.
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Oggi i funerali del para’ ucciso in Afghanistan, un’altra “via crucis”
ROMA 20 Settembre 2010 – Roma è in lutto cittadino per il capitano Alessandro Romani, ucciso venerdì in Afghanistan. Le esequie hanno avuto inizio alle 15.30 nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, nella capitale. Ai funerali erano presenti il presidente della Repubblica Napolitano, i presidenti di Senato e Camera, Schifani e Fini, il sottosegretario Letta in rappresentanza del governo, il ministro della Difesa La Russa, i ministri Renato Brunetta, Giorgia Meloni, il governatore del Lazio, Renata Polverini, il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, il sindaco della Capitale, Gianni Alemanno, i massimi vertici militari e delle foze dell’ordine.
Stamane al Celio la camera ardente. Poi, tra commozione e applausi il feretro è stato portato nella Basilica capitolina, avvolto nel Tricolore.
“Alessandro in Afghanistan voleva che gli ordigni non spegnessero più i sogni dei bambini, che le donne non fossero più sfigurate e lapidate, che gli uomini non fossero più legati su pali in attesa della morte, dinnanzi agli occhi dei figli”. Lo ha detto mons.Pelvi nell’omelia ai funerali del tenente ( ora capitano ) Alessandro Romani.
Nel ricordare il capitano Alessandro Romani, mons. Pelvi ha aggiunto che la sua morte è “un’altra Via Crucis” e che se “vogliamo la pace” si deve assicurare la giustizia.
A Roma i funerali dei due militari uccisi in Afghanistan
ROMA 31 Luglio 2010 – Si sono svolti nella Basilica romana di Santa Maria degli Angeli i funerali del primo maresciallo Gigli e del caporal maggiore capo De Cillis. Chiusa la camera ardente al Celio, dove ai soldati caduti aveva reso onore il premier Berlusconi, le bare sono giunte alla Basilica. Qui i commilitoni dei due soldati morti a Herat le hanno prese sulle spalle, avvolte nel Tricolore. Presenti il presidente della Repubblica Napolitano, il presidente della Camera Fini, il ministro della Difesa La Russa e alte cariche di Stato. Un lungo applauso ha salutato i feretri che uscivano dalla Basilica.
“Improvvisa e umanamente ingiusta” la morte dei due militari uccisi in Afghanistan, “giustificabili” le domande sul senso delle missioni internazionali di sicurezza, che però sono “l’unica via per offrire un futuro sereno all’umanità”. Lo ha detto l’ordinario militare mons.Pelvi durante l’omelia ai funerali di Mauro Gigli e Pierdavide De Cillis, ieri a Roma. Mons. Pelvi si è poi rivolto ai caduti “Come i semplici del Vangelo avete trasmesso la linfa della vita, scegliendo di servire l’uomo più bisognoso”.
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