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Il poliziotto con la Ferrari

di Rossella Smiraglia

libro Armando Spatafora Il 19 novembre la Sala della Promoteca, in Campidoglio a Roma, ha ospitato la presentazione del libro “Armando Spatafora. Il poliziotto con la Ferrari”.
Il libro, scritto da Carmen Spatafora con la prefazione del Capo della Polizia Antonio Manganelli, racconta la vita professionale e umana di un poliziotto che ha fatto epoca negli anni Sessanta quando la criminalità a Roma si andava organizzando e che era diventato il “terrore della criminalità romana” come venne definito dai cronisti di allora.
Attraverso le testimonianze di chi lo aveva conosciuto, Carmen Spatafora ha portato avanti un lavoro che era iniziato quando il padre, nei momenti di solitudine e amarezza, aveva cominciato scrivendo le sue memorie.
La lunga carriera di Spatafora durata 37 anni, costellata di successi contro la criminalità, balzò agli onori della cronaca per i suoi rocamboleschi inseguimenti. Il più famoso, ripreso dal film “ Poliziotto sprint”, quello in cui l’inseguimento di un malvivente finì sulla scalinata di Trinità dei Monti.
Il clamore suscitato dalle sue imprese lo rese famoso ma ne attirò anche le invidie dei colleghi, anche perché fu l’unico ad essere dotato di una Ferrari.
Si narra che in un incontro di Spatafora con il Prefetto Angelo Vicari… quando alla domanda di cosa avesse bisogno la Polizia in quel momento, il brigadiere rispose “…di una Ferrari!”. Dopo un attimo di imbarazzo generale, il Prefetto gli chiese come si chiamasse e lui guardandolo dritto negli occhi rispose: “ Sono il brigadiere Armando Spatafora”. Il prefetto comprese la levatura dell’uomo oltre che del poliziotto e rispose: “ L’avrà!”.
“Siena-Monza 44” è il risultato di questa decisione: una Ferrari 250 GT 2+2, consegnata alla Squadra Mobile di Roma che però solo il poliziotto Armando Spatafora poteva guidare.

In quegli anni c’era una forte collaborazione tra la Polizia, le istituzioni e la stampa. Non c’era quel clima di sospetto che esiste oggi nel rapporto con la stampa e rende a volte più difficile il rapporto con la gente. E’ pur vero che la criminalità è cambiata e anche gli strumenti sono diversi.
“L’umanità del proprio mestiere, che diventa una missione. E’ questo il senso del ricordo di un poliziotto straordinario…non mi spaventa il cambiamento l’importante è mantenere la passione per il proprio lavoro…” – ha dichiarato nel suo intervento il Vice Capo della Polizia Nicola Izzo alla conclusione dell’incontro per la presentazione del libro.