di Asia Connell
Scatenare la creativita’, liberare la fantasia, cercare cio’ che non hai, essere cio’ che non sei…. O, semplicemente, portare te stesso in una dimensione fatta di pixel esattamente cosi’ come sei…
La strada per il ponte ologrammi della vecchia Enterprise ha inizio da qui, nella mente di un giovane yankee informatico e sognatore: il mondo come lo vorresti se fossi tu a crearlo – non piu’ vero ne’ piu’ falso di quello dove la biochimica la fa da padrone!
Cosi’ l’anno 2010 è il settimo compleanno di Second Life, la piattaforma 3D che ha rivoluzionato la concezione stessa dello spazio web, che non e’ un gioco ma dove puoi anche giocare dentro vite tanto immaginarie quanto vive e reali per chi le fabbrica.
Metaverso dove non ti sostituisci al creatore, ma dove puoi costruire ogni qualsivoglia idea, piu’ o meno aderente alla realta’ biologica… o assolutamente distante…
Dove puoi essere quella “favola” che hai sempre sognato… o, semplicemente, cio’ che sei sempre stato…
Un mondo tanto irreale quanto vero, tanto astratto quanto immerso dentro un percorso di denaro che, nell’arco di sette anni, ha portato ricchezze e speranze a molti dei suoi abitanti… che ha visto l’istituzione di una vera e propria moneta di cambio, che ha visto la vita di pochi accendersi di notorieta’ e soldi, seguendo ed inseguendo non solo sogni e speranze perfettamente reali ma anche e soprattutto le altalene delle borse, delle crisi, dei tonfi delle borse internazionali, delle difficili ma costanti riprese…
Second Life che compie 7 anni la si è festeggiata dal 21 al 27 giugno 2010 su di una location costruita appositamente attraverso 21 sim, 65kmquadrati x 21, e dove si è inneggiato al piacere di “esserci”…. tra arte e volontariato, tra musica e filosofia, tra le universita’ sorte nel metaverso agli istituti di ricerca che vi stanno conducendo sperimentazioni di prim’ordine…
Dove la Nasa sta preparando una simulazione probabilissima e serissima di un ritorno sulla Luna e del viaggio verso Marte….
E dove, come ogni meteora che diventa una stella, è tornato il fondatore Philip Rosedale dopo la parentesi del Ceo Mark Kingdon che poco bene ha portato alla piattaforma tridimensionale della Linden Lab.
Qualcuno lo ha salutato come l’alba di un nuovo finalmente giorno, altri hanno urlato all’happy day e inneggiato come al ritorno dell’eroe che, più del settimo cavalleggeri, riportera’ ordine pace e prosperità in un metaverso che aveva iniziato a scivolare su un pendio di affanni, licenziamenti, dubbi, tasso di cambio in costante aumento, e tanti ma tanti utenti costretti a vendere le terre per i costi eccessivi ed esorbitanti che la land del “pianeta Linden” ha assunto negli ultimi mesi.
Lui, il Phil Linden della situazione, capello scompigliato e aspetto rockeggiante, all’apertura della convention di celebrazioni ha parlato di tutto: della sua età ( 42 anni ), dei suoi 10 anni di vita dedicati alla piattaforma 3D che ha rivoluzionato l’idea stessa del web, dei 100 licenziamenti, e della voglia di ristabilire un assetto concretamente positivo in second life®.
Ne ha parlato come un padre che, dopo essersi allontanato per un paio d’anni, torna nella sua casa e lo fa con gioia. Ma ne ha anche parlato come il severo costruttore che non ama che il suo lavoro e quello del suo team vada sperperato al vento dentro gestioni errate.
L’entusiasmo dei dieci minuti di discorso inaugurale dell’ SL7B si è poi rafforzato quando, un paio di giorni dopo, mentre la platea attendeva il Ceo M Linden, ecco che torna sul palco ancora lui, il Phil, governor and founder di sl, quello che l’ha sognata e che ha costruito il suo sogno assieme alle decine di migliaia di utenti che popolano il metaverso pixeliano.
A distanza di una settimana dal ritorno di Rosedale a capo della Linden Lab, sono tante le domande, tanti gli interrogativi che utenti e investitori, avatar e abitatori del pianeta Linden, continuano a porsi.
Ma nel metaverso, a fronte di questo ritorno – come novello guerriero e prode – si saluta già il Governatore come l’indiscusso e acclamato risolutore dei problemi che stanno affliggendo il metaverso.
No, non è il messia: ma ciò che un padre visonario, un fisico sognatore, una mente creativa, può apportare al benessere degli utenti e di coloro che vi lavorano, nulla mai ha a che vedere con l’asettico sguardo di coloro che nel metaverso lindeniano vi hanno visto solo una fonte di business.
E chi meglio di Phil Rosedale sa che Second Life non è mai stato solo business?
Così non serviranno i posteri per l’ardua sentenza: l’aria che si respira è già più buona, e l’era della condivisione 3.0 ( ed oltre ) sembra essere già tornata!
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