L’attuale scenario globale, in continuo mutamento, richiede una risposta univoca da parte delle nazioni europee. La crisi determinata dai flussi migratori e la minaccia terroristica esigono un intervento comune ed integrato al massimo livello.
Ad affermarlo il Ministro Pinotti, nel suo discorso alla conferenza sulla Sicurezza e Difesa europea organizzata il 17 marzo scorso da Chatham House, il think tank britannico, per affrontare il problema degli interessi divergenti all’interno dell’Unione e del continente europeo, anche in vista del prossimo vertice Nato che si terrà a luglio a Varsavia.
Tema ribadito durante il colloquio bilaterale con il Ministro della difesa britannico Michael Fallon, avvenuto al termine della conferenza.
Un’Unione europea senza l’Inghilterra sarebbe più debole anche dal punto di vista della sicurezza: “La Brexit – ha detto il Ministro Pinotti – ci preoccupa da molti punti di vista, non solo economico e politico ma anche nel tema della difesa”.
Nessun singolo Stato europeo sarebbe insomma in grado di contrastare le minacce e risolvere i problemi attuali: “si deve tornare a lavorare insieme, su progetti concreti e di respiro”.
Un approccio inclusivo da mettere in pratica anche attraverso una più forte coesione europea e dal fare di più e meglio in cooperazione con le altre organizzazioni per la sicurezza, prima fra tutte la Nato.
La missione EUNAVFORMED “Sophia”, rappresenta, al momento, l’esempio di più intensa cooperazione, con 22 Paesi dell’Unione che contribuiscono a uno sforzo comune per la sorveglianza marittima e il contrasto al traffico di esseri umani nel Mediterraneo.
A tal proposito, il Ministro ha auspicato una nuova definizione dei compiti della operazione Nato Active Endeavour che opera nella stessa area.
Un richiamo a forme di cooperazione più generali rivolto anche alle altre organizzazioni regionali come, ad esempio, l’Unione Africana.
Progetti ambiziosi da sostenere attraverso una narrazione che sappia spiegare alla pubblica opinione le ragioni che inducono a proseguire con decisione sulla strada della cooperazione.
“Le difficoltà ci sono realmente, non lo nascondiamo, ma dobbiamo anche tornare a raccontare le tante cose buone che fa l’Europa, e che non potrebbero esistere se l’Europa non esistesse” ha detto il Ministro.
Libia, minaccia terroristica dell’Isis, situazione nel Mediterraneo e migranti sono stati gli argomenti al centro del colloquio con l’omologo britannico, Michael Fallon. I due Ministri si sono concentrati sulla necessità di coordinare le missioni della Nato e dell’Unione europea nel Mediterraneo, proponendo un coordinamento molto più stretto per gli obiettivi comuni.
A margine dell’incontro il Ministro Pinotti ha affermato che non esiste nessuna ipotesi di missione militare che non sia la stessa Libia a chiedere. “La posizione che ha assunto oggi la Gran Bretagna è la posizione di sempre dell’Italia” ha aggiunto, spiegando che permane “la preoccupazione della comunità internazionale di aiutare la Libia a stabilizzare la propria sicurezza”, ma è chiaro che “il destino della Libia rimane in mano ai libici”.
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