Archivi tag: Nucleo Investigativo di Roma

Encomi ai Carabinieri: 89 militari premiati dal Gen. Giuliani

Il Generale Vincenzo Giuliani premia il Ten Col Marco Aquilio e due militari del Nucleo Investigativo di Frascati per l'operazione sul traffico di esseri umaniRoma, 19 maggio 2016 – Questa mattina, presso la caserma di largo Cristina di Svezia, il Generale di Corpo d’Armata Vincenzo Giuliani, Comandante Interregionale Carabinieri “Podgora”, ha  consegnato ricompense formali a 89 Carabinieri appartenenti a vari reparti della Legione “Lazio”, particolarmente distintisi nel 2015 in significative operazioni di servizio o interventi a favore di cittadini in difficoltà.

Alla cerimonia erano presenti il Generale di Divisione Angelo Agovino, comandante della Legione Carabinieri Lazio, una rappresentanza di militari in servizio presso i comandi provinciali di Roma, Latina, Rieti, Viterbo e Frosinone, delegazioni della Rappresentanza Militare e dell’Associazione Nazionale Carabinieri.

In un intervento, il Generale Vincenzo Giuliani ha sottolineato che la qualità e il numero dei riconoscimenti tributati, attesta la generosità, l’altruismo, il coraggio e la dedizione offerta quotidianamente dai Carabinieri  alle aspettative di sicurezza dei cittadini nel Lazio.

Tra i numerosi encomi concessi spiccano quelli riconosciuti:

Da sinistra, il Carabiniere Euprepio Di Summa con il Generale Giulianial Carabiniere scelto Euprepio Di Summa, addetto al Nucleo Radiomobile di Roma, che la notte del 27 maggio 2015con eccezionale coraggio, esemplare altruismo e cosciente sprezzo del pericolo, libero dal servizio, non esitava a intervenire in soccorso di una ragazza che, in stato confusionale e con intenti suicidi, si era gettata nelle acque del Tevere. Entrato in acqua, riusciva con mezzi di fortuna ad afferrare la giovane e, nonostante la forza della corrente fluviale, a condurla a riva salvandola da morte sicura;

Il Generale Vincenzo Giuliani premia i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma per l'operazione Margaritaa 11 militari del Nucleo Investigativo di Roma per l’indagine “Margarita” (meglio conosciuta come “Pizza Ciro” che consentiva di neutralizzare un pericoloso sodalizio criminale dedito al riciclaggio di capitali di provenienza illecita. L’operazione si concludeva con l’arresto di 20 persone e il sequestro e successiva confisca di beni e quote societarie per un valore complessivo di oltre 80 milioni di euro;

al comandante e due militari del Nucleo Investigativo di Frascati per l’indagine conclusa il 19 marzo 2015 che ha consentito di colpire un sodalizio criminale transnazionale responsabile di associazione per delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani, al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e allo sfruttamento della prostituzione maschile.

Sono stati inoltre consegnati encomi a cinque Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Tivoli, a sei Carabinieri della Compagnia di Monterotondo, a 9 Carabinieri della Compagnia di Tivoli, a 3 militari della Stazione e due della Compagnia di Civitavecchia, a 3 Carabinieri della Stazione Roma Prati, a 6 del Nucleo Radiomobile di Roma, alla Compagnia di Subiaco, 8 militari del Nucleo Investigativo di Roma, il comandante e cinque militari della Compagnia di Anagni, uno della Stazione di Piglio e uno della Stazione di Ferentino, al comandante e due militari della Sezione Radiomobile del Reparto Territoriale di Aprilia, 2 Carabinieri della Stazione Roma San Lorenzo in Lucina, un militare della Compagnia Roma Piazza Dante, comandante e un militare del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Formia, al comandante della Stazione Roma Tomba di Nerone, a 4 militari del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Trionfale, a un Carabiniere della Stazione di Supino, a tre militari della Stazione di Ceccano, a un Carabiniere della Compagnia di Civita Castellana, a due Carabinieri della Stazione Roma Tor Tre Teste, un Carabiniere del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Montesacro, uno della Stazione di San Gregorio di Sassola.

Operazione Meta 2010: carabinieri smantellano organizzazione di narcotraffico internazionale

ROMA 10 Novembre 2011 – Nel corso della notte, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP presso il Tribunale di Roma, dr. Maurizio Caivano, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Roma (PM Giancarlo Capaldo, Diana De Martino e Maria Cristina Palaia), nei confronti di 30 persone indagate per associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, per avere costituito una ramificata organizzazione criminale operante in più località italiane e all’estero, responsabile dell’importazione in Europa di ingenti carichi di cocaina dal Sudamerica.

Arresti, perquisizioni e sequestri patrimoniali per un valore di 5 milioni di euro sono stati eseguiti in Calabria, nelle provincie di Vibo Valentia e Reggio Calabria, nonché in provincia di Bari, Brescia, Bologna, Latina, Palermo e Pavia.

L’indagine, convenzionalmente denominata “Meta 2010” è stata avviata dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di via in Selci nel mese di settembre 2010 ed ha consentito di delineare la struttura di una ramificata organizzazione criminale operante in più località italiane e all’estero, in grado di approvvigionarsi di ingenti quantitativi di cocaina direttamente dai cartelli colombiani produttori del narcotico e di importarli in Italia occultandoli, con varie metodiche, all’interno di carichi di merce legale trasportata via nave o via aereo.

La rilevanza del traffico di stupefacenti gestito dal sodalizio criminale emerge dai seguenti maxi sequestri effettuati dagli investigatori, di carichi di narcotico che stavano per essere immessi sul mercato italiano e europeo:

−         400 Kg. di cocaina, sequestrati il 13 settembre 2010 dalla Polizia Colombiana a Bogotà, che avrebbero dovuto essere importati in Italia tramite un cargo aereo;

−         1.000 Kg. di cocaina purissima, sequestrati il 12 novembre 2010 dal Nucleo Investigativo Carabinieri di Roma nel porto di Gioia Tauro (RC), rinvenuti all’interno dei telai di carrelli agricoli contenuti in un container scaricato da una nave cargo proveniente dal Brasile;

−         1.200 Kg. di cocaina purissima, sequestrati in data 8 aprile 2011 dal Nucleo Investigativo Carabinieri di Roma nel porto di Livorno, rinvenuti all’interno di un container contenente scatolame di prodotti alimentari (lattine di “palmito”), scaricato da una nave cargo proveniente dal Cile.

Il sodalizio criminale oggetto di indagine è risultato composto da un nucleo centrale di personaggi di origine calabrese riconducibili all’alveo criminale della ‘ndrangheta i quali facevano capo al noto narcotrafficante calabrese BARBIERI Vincenzo (classe 1956) fino al suo assassinio, avvenuto a San Calogero (VV), in data 12 marzo 2011, ad opera di due killer che gli esplodevano contro 24 colpi di arma da fuoco.

Il BARBIERI era stato indagato in passato dalla DDA di Catanzaro per partecipazione ad associazione mafiosa, perché affiliato al clan “Mancuso” di Limbadi (VV), nonché per traffico internazionale di sostanze stupefacenti.

Dalle investigazioni dei Carabinieri di Roma è emerso che il BARBIERI, benché sorvegliato speciale di P.S. con obbligo di soggiorno nel comune di Bologna, continuava a reggere le fila dell’organizzazione criminale investigata, ricevendo i propri accoliti in un albergo della città felsinea, oppure incontrandoli durante le poche trasferte in Calabria, autorizzate dall’A.G. per assistere ai procedimenti penali a suo carico.

Il BARBIERI e i suoi uomini operavano tramite un affiliato dell’organizzazione, anch’egli calabrese, appositamente stabilitosi in Colombia, il quale era in grado di trattare la fornitura dei carichi di cocaina conla BACRIM colombiana (“Bandas Criminales Emergentes al Servicio del Narcotrafico”) a cui viene attribuito l’invio di tonnellate di cocaina negli USA e in Europa. Il sodalizio investigato godeva di particolare credito presso tale organizzazione criminale colombiana, tanto da riuscire a ottenere più forniture di narcotico nonostante i numerosi sequestri subiti.

Al fine di realizzare le ingenti importazioni di droga, il gruppo di calabresi capeggiati dal BARBIERI si era associato ad alcuni personaggi di origine pugliese esperti di import – export, i quali avevano il compito di gestire le imprese commerciali da utilizzare per l’importazione dal Sudamerica dei carichi di merce legale al cui interno, con varie metodiche, veniva occultata la cocaina.

Nel corso dell’indagine è stato riscontrato come il sodalizio fosse in grado di ricorrere a vari metodi di occultamento della droga, disponendo evidentemente di collaudati appoggi logistico-operativi in vari paesi sudamericani come l’Argentina, il Brasile, la Bolivia e il Cile. In particolare, la cocaina è stata occultata all’interno di:

–               telai in metallo di carrelli agricoli;

–               lattine per alimenti confezionate in maniera del tutto identica ad un prodotto (“palmito”) commercializzato da una ditta boliviana;

–               confezioni di prodotti di artigianato colombiano (bambole in legno);

–               materiale di imballaggio di pannelli e parquet in legno.

In Italia il gruppo criminale oggetto di indagine operava in più località e, in particolare, nelle provincie di Vibo Valentia, Bari e Bologna, nonché in Lombardia ove, si ritiene, fosse destinata una buona parte della droga sequestrata a Gioia Tauro e Livorno. Parte dei carichi di stupefacente sequestrati al sodalizio era invece verosimilmente destinato al Nord Europa.

L’indagine, condotta dalla 3^ Sezione del Nucleo Investigativo di Roma, è stata sviluppata anche grazie a una proficua attività di cooperazione internazionale avviata tramite la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga italiana (D.C.S.A.), con il S.O.C.A. britannico (“Serious Organized Crime Agency”) ed il D.A.S. (“Departamento Administrativo de Securidad”) colombiano. Presso i porti di Gioia Tauro e Livorno l’Agenzia delle Dogane – Servizio Antifrodi doganali ha fornito un considerevole supporto e collaborazione ai Carabinieri per operare il sequestro delle 2,2 tonnellate di cocaina.

I sequestri in parola sono fra i maggiori mai operati in Italia ed Europa negli ultimi 20 anni. Il valore economico dei 2.200 kg di cocaina purissima sequestrati dai militari di via in Selci si aggira su 100 milioni di euro sul mercato all’ingrosso e 500 milioni di euro sul mercato dello spaccio al dettaglio.

 

Maxi sequestro di droga, carabinieri arrestano due narcotrafficanti

BERGAMO 27 Ottobre 2011 – I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bergamo, in collaborazione con i militari del Nucleo Investigativo di Roma e delle Compagnie CC di Anzio, Pomezia ed Ostia, hanno arrestato l’altra notte 2 narcotrafficanti romani, D.M. del ’60 e P.E. del ‘53, pregiudicati, bloccati sul litorale di Pomezia mentre stavano stivando su un suv oltre una tonnellata di hashish, gran parte destinata al mercato dello spaccio orobico. I militari, nel corso di un servizio predisposto grazie alle informazioni raccolte negli ambienti dello spaccio bergamasco dopo l’ingente sequestro (2 tonnellate e 1/2) di hashish dello scorso agosto ad Anzio, si portavano a Pomezia, ove si appostavano in forze nei pressi del litorale all’altezza di via Ischia. In tarda serata vedevano giungere lentamente un gommone che, col favore delle tenebre e del maltempo imperversante sulle coste laziali, si avvicinava alla riva ove lo attendeva un piccolo tender che faceva la spola trasbordando dei pacchi: due individui li scaricavano sulla battigia per poi caricarli su una Mercedes ML poco distante. I militari con un blitz bloccavano e arrestavano questi ultimi che erano vestiti da pescatore e avevano una canna da pesca senza filo, mentre nell’oscurità riuscivano solo a intravedere due complici che, con muta da sub, si tuffavano in mare e sparivano. Dentro il suv i militari sequestravano 1500 kg di hashish, confezionato in involucri di juta del peso di circa 35 kg cadauno, impermeabilizzati all’interno da palloncini. Suv, gommone e tender venivano sequestrati. Lo stupefacente, contraddistinto sui panetti con le scritte “PARIS” E “S”,  al dettaglio avrebbe fruttato circa 4 milioni di euro. Sono in corso accertamenti per rintracciare gli altri due narcotrafficanti sfuggiti alla cattura.