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8 Marzo 2011, Donne in primo piano per la costruzione della Pace: quando la risposta al femminile rappresenta la svolta necessaria.

L’8 marzo 1975 fu celebrata ufficialmente per la prima volta la “Giornata Internazionale della Donna” dopo un lungo percorso che, dagli inizi del ‘900, aveva visto i movimenti femminili cercare di istituire una giornata ricosciuta a livello internazionale.
Infatti proprio il 1975 fu designato come “Anno Internazionale delle Donne” dalle Nazioni Unite e l’8 marzo le organizzazioni femminili celebrarono in tutto il mondo proprio la giornata internazionale della donna, con manifestazioni che onoravano gli avanzamenti della donna e ricordavano la necessità di una continua vigilanza per assicurare che la loro uguaglianza fosse ottenuta e mantenuta in tutti gli aspetti della vita civile. A partire da quell’anno anche le Nazioni Unite riconobbero nell’8 marzo la giornata dedicata alla donna.
In un mondo sempre più avvezzo alla guerra, la risposta al femminile continua a rappresentare quel nodo di svolta necessaria per un progetto di riappacificazione delle Nazioni…

to be continued…..

Dare alla pace un senso pienamente umano, mons. Pelvi nell'omelia per gli alpini caduti

ROMA 12 Ottobre 2010 – Si sono svolti nella basilica romana di Santa Maria degli Angeli i funerali solenni degli alpini uccisi sabato scorso in Afghanistan. Le bare dei quattro militari, Gianmarco Manca, Francesco Vannozzi, Sebastiano Ville e Marco Pedone erano avvolte nel Tricolore, i genitori tenevano le foto dei loro cari strette al petto. Presenti nella chiesa le massime autorità dello Stato, dal presidente della Repubblica Napolitano ai presidenti di Senato e Camera, Schifani e Fini, al ministro della Difesa Ignazio La Russa e ad altri esponenti del governo, del Parlamento e e ai vertici delle Forze Armate.
« Marco, Francesco, Gianmarco, Sebastiano “profeti del bene comune”, erano in Afghanistan per difendere aiutare, addestrare » – ha detto mons. Vincenzo Pelvi nell’omelia.
« I nostri militari sono coinvolti nel grande compito di dare allo sviluppo e alla pace un senso pienamente umano – ha sottollienato l’arcivescovo – e dinanzi a tale responsabilità nessunno può restare neutrale perché ciò indebolisce il nostro impegno per la sicurezza. Per costruire la pace serve la tessitura di contatti diplomatici, scambi economici, assieme a impegni condivisi per scalzare tentazioni terroristiche».