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Testimoni e protagonisti per la Summer School della Fondazione San Giovanni Battista

Il direttore di Migrantes, Monsignor Perego: “La politica dell’accoglienza deve sganciarsi dalla logica della sicurezza per ancorarsi a quella dell’integrazione”

FSGB - gruppo-summerSi è conclusa nella giornata di sabato 3 settembre la prima edizione della Summer school promossa dalla Fondazione San Giovanni Battista sul tema “Migranti e  rifugiati: teoria, pratiche e competenze”.

Il direttore generale della Fondazione Migrantes, organismo pastorale della Cei, monsignor Giancarlo Perego ha idealmente concluso la nove giorni dedicata alla formazione dei 30 iscritti. Quella del direttore è stata una vera lezione sulle problematiche dell’immigrazione, del viaggio e delle fasi dell’accoglienza. Un incontro che si è svolto nella sala del Centro Polifunzionale di Viale Colajanni a Ragusa e che ha registrato un’ampia partecipazione di pubblico. “Abbiamo deciso di aprire a chiunque lo volesse questo incontro – spiega Tonino Solarino, presidente della Fondazione San Giovanni Battista – perché sicuri dell’interesse che avrebbe suscitato la relazione di monsignor Perego. Ci sembrava giusto concludere così un percorso formativo che ha riscosso un plauso unanime e al di sopra delle nostre aspettative. Un risultato dovuto alla collaborazione con la Prefettura di Ragusa, il Libero Consorzio dei Comuni e all’altissimo livello dei docenti e dei testimoni coinvolti”.

“L’Italia – ha ricordato don Giancarlo – vive una situazione in cui cresce il numero degli emigranti che lasciano il nostro Paese e, nel contempo, vede una crescita notevole dei richiedenti asilo e protezione internazionale. Dal 2014 ad oggi 425 mila persone sono arrivate lungo le nostre coste. Ciò impone una maggiore attenzione alle politiche migratorie”.

Il rafforzamento della rete nazionale del Sistema di protezione e richiedenti asilo (SPRAR) e una inversione di rotta nel pensare il fenomeno sono i due capisaldi su cui monsignor Perego incentra il suo pensiero. “L’Italia deve strutturare i propri luoghi di arrivo e partenza, stazioni, porti e aeroporti, dotandoli di uffici per l’immigrazione. Il tema del viaggio, infatti, non riguarda solo il nostro Stato, ma anche quelli della destinazione finale del percorso migratorio; i due terzi dei richiedenti asilo giunti in Italia vanno altrove. La politica dell’accoglienza deve sganciarsi dalla logica della sicurezza per ancorarsi a quella dell’integrazione. Per far questo occorre pensare alle cause che spingono le persone ad un viaggio spesso estenuante, al loro arrivo in condizioni di sicurezza e ad una ospitalità che sia in grado di dare le giuste risposte nel minor tempo possibile”.

Varie le proposte emerse nel corso dell’incontro. “Alla luce dei fatti e non delle ideologie – conclude il relatore – si potrebbe pensare a concedere una protezione umanitaria a coloro i quali non saremo comunque in grado di rimpatriare. Dobbiamo abbandonare la logica dei respingimenti perché storicamente non ha mai prodotto buoni risultati e creare, piuttosto, corridoi umanitari che salvino vite umane togliendole dalle mani dei trafficanti di persone. Sviluppare il sistema integrato dei progetti territoriali Sprar garantirebbe più lavoro ai nostri ragazzi e maggiori servizi agli stranieri. Infine dobbiamo pensare concretamente all’aiuto ai Paesi di origine eliminando o contrastando le cause dell’emigrazione forzata. La condivisione dei beni e la giustizia socio economica sono i due fattori fondamentali per risolvere buona parte di questo complesso problema”.

Il progetto della Summer school è stato realizzato con il supporto della Scuola per Assistenti Sociali “F. Stagno D’Alcontres”, Praticare Onlus, Diocesi di Ragusa, Cvx-Lega Missionaria e in collaborazione con Prefettura, Questura, Provincia ed il comune di Comiso e di Ragusa.

Festival delle Relazioni. Moni Ovadia, Francesco Cafiso e Giovanni Robustelli: relazioni tra parole, musica e colori

Cafiso Robustelli (145)Ragusa, 16 giugno 2016 – Una serata intrisa di magia. Riflessioni alte si sono intrecciate con l’arte di due grandi protagonisti della cultura musicale e pittorica del nostro territorio. Il sagrato della Cattedrale di San Giovanni ha ospitato ieri la serata del Festival delle Relazioni dedicata ai linguaggi dell’anima. Protagonisti assoluti, l’attore e regista Moni Ovadia e, a seguire, il musicista Francesco Cafiso ed il pittore Giovanni Robustelli. 

“Stranieri e viandanti nel mondo e nel mondo interiore” il tema affidato a Moni Ovadia. L’artista, da par suo, ha incantato la piazza con una lunga riflessione sull’etica dello straniero. Sulla necessità di riconoscere eguale dignità e diritti ad ogni uomo. “Il razzista – spiega con logica ironia –  è un coglione che viaggia con un ritardo di almeno 40 mila anni. Il colore della pelle e le altre caratteristiche fisiche dipendono solo dall’adattamento al clima. Noi abbiamo una comune matrice umana che è facile riconoscere. Ci sono differenze accessorie, ma la sostanza umana è unica. L’etica dello straniero è fondante rispetto alla nostra civiltà occidentale. Nel caso del monoteismo è lo straniero che fonda l’identità. Non a caso il comune patriarca Abramo riceve dalla voce di Dio il comando: vai verso te stesso, vattene dalla tua terra, dalla casa di tuo padre, dal tuo parentado. Questo vuol dire che l’inizio del cammino monoteista è nel farsi stranieri. Se vogliamo essere degni della civiltà che dichiariamo dobbiamo prendere in mano l’etica e la prospettiva dello straniero.  

Moni Ovadia al Festival delle Relazioni (53)Tutti gli uomini nascono pari in dignità e diritti. Ed è proprio la questione della dignità da portare al centro per riconoscere l’etica del viandante”. Ovadia ricorda il destino comune dei tanti migranti. Sottolinea come gli stranieri abbiano contribuito a rendere ricca e prospera l’America. “La maggior parte degli emigrati – spiega – ha edificato la propria vita in Paesi lontani, ma ha dato a questi paesi un contributo di sviluppo enorme”. 

“La memoria – aggiunge – è un progetto per il futuro, non è volgersi nostalgicamente al passato. Il passato si onora solo se edifichiamo un futuro fondato su quei principi calpestati e denigrati per i quali innocenti sono caduti e uomini giusti hanno combattuto e sono morti. Purtroppo in questa nostra Europa ci sono segnali di pesanti regressioni”. 

Alla musica di Francesco Cafiso e al talento pittorico di Giovanni Robustelli è stato affidato il compito di narrare su vie sonore e cromatiche il senso del dialogo. La performance di Cafiso, impegnato al pianoforte e al sassofono, guida e trae ispirazione dall’esecuzione dal vivo di un’opera pittorica su tela affidata a Robustelli. L’artista dei colori sembra danzare nella contemplazione del lavoro e nel gesto creativo. E questo divenire diventa motivo di ulteriore ispirazione per il musicista. 

Un dialogo tra due amici, due talenti immensi nati in questo territorio e che a questo territorio donano molto. 

“Ringraziamo gli artisti che hanno dato lustro al Festival delle Relazioni – sottolinea Tonino Solarino, presidente della Fondazione San Giovanni Battista – ma vogliamo ringraziare le autorità civili, la Prefettura, la Questura e quanti quotidianamente lavorano per rendere Ragusa non una somma di singoli ma una comunità vera”. 

Le attività del Festival delle Relazioni proseguiranno il 20 e il 21 giugno, sempre alle ore 18, con la Giornata del rifugiato che si svolgerà rispettivamente al Centro Polifunzionale di Viale Colajanni a Ragusa e presso il Centro Gerico di Vittoria.

Fino al 19 giugno, infine, sarà possibile visitare presso Palazzo Garofalo la mostra delle opere create dagli ospiti dei centri SPRAR e la Stanza della Meditazione, realizzazione multimediale a cura di Giampiero Carta. 

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Festival delle Relazioni. Oggi è la volta di Moni Ovadia e Francesco Cafiso.

Grande successo per l’incontro con Nello Dell’Agli e Margherita Spagnuolo Lobb.
Oggi è la volta di Moni Ovadia e Francesco Cafiso

Festival delle Relazioni - stranieri a se stessi (5)Ragusa, 15 giugno 2016 – Tutto esaurito per il primo incontro del Festival delle Relazioni. L’auditorium Cartia è infine risultato insufficiente per contenere il pubblico accorso per ascoltare le relazioni degli studiosi Nello Dell’Agli e Margherita Spagnuolo Lobb. 

Tonino Solarino, Presidente della Fondazione San Giovanni Battista, dopo aver presentato i due relatori, ha elogiato la città di Ragusa perché è una vera comunità il cui patrimonio non consiste solo nei magnifici monumenti storici, ma anche nella grande capacità dei cittadini nel saper coltivare efficaci relazioni umane e culturali.

stranieri a se stessi (18)Frate Nello Dell’Agli ha affrontato il tema da un punto di vista spirituale e teologico con una relazione dal titolo “Tra la fatica e il piacere di conoscersi”. E lo ha fatto secondo lo stile della lectio divina, commentando un passo del Deuteronomio: “Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore e se tu avresti osservato o no i suoi comandi. Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna”. Dell’Agli ha voluto sottolineare innanzitutto l’importanza di un cammino memoriale per non fuggire dalla propria coscienza e per sapersi relazionare sempre sia con lo straniero che è in noi, sia con lo straniero che si incontra nel percorso di vita. 

Festival delle Relazioni - stranieri a se stessi (77)Margherita Spagnuolo Lobb ha affrontato il tema della conferenza con una relazione di stampo psicoterapeutico dal titolo “Percorsi di relazionalità tra bellezza e dolore”. La studiosa ha sottolineato l’importanza della relazionalità, soprattutto per i bambini. “Il nostro cervello – afferma – è fatto per l’altro e si sviluppa e cresce proprio con le relazioni. Molte patologie nascono dal fatto della mancanza dell’altro. Proprio per questo l’esperienza dell’amore è fondamentale e ci plasma fortemente. Nell’amore l’uomo cerca il senso della completezza e dell’unità, proprio come il mistico la cerca in Dio. Quindi il nostro vero desiderio sano è quello di andare sempre “verso l’altro”. Perciò, accettare la fragilità e cogliere la diversità nella comune ricerca di verità, è il bel compito necessario di ogni essere umano”. 

La serata si è conclusa gioiosamente con la premiazione dei vincitori dei concorsi organizzati dal Festival.

Tre gli appuntamenti previsti per oggi: alle 19 a Palazzo Garofalo inaugurazione dell’esposizioni artistiche e della Stanza della meditazione. Alle 19,30 in piazza San Giovanni l’attore e regista Moni Ovadia incontra il pubblico per un momento dal titolo “Stranieri e viandanti nel mondo e nel mondo interiore”. Al termine, Francesco Cafiso, jazzista di fama mondiale omaggia il Festival con una performance in trio che vedrà impegnato anche il pittore Giovanni Robustelli nell’esecuzione live di un’opera pittorica su tela. 

L’ingresso a tutti gli appuntamenti è libero.

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