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Operazione “Il Gioco è fatto”: arrestato boss della Magliana

BOSS DELLA MAGLIANA ARRESTATO DALLA POLIZIA. MANETTE PER IL SUO BRACCIO DESTRO DALLA GUARDIA DI FINANZA. PER LORO L’ACCUSA DI ASSOCIAZIONE A DELINQUERE FINALIZZATA AL RICICLAGGIO.

 

ROMA 06 Luglio 2011 – Anche per lui nella mattinata odierna sono scattate le manette. Si tratta di Enrico Nicoletti, di 74 anni, a carico del quale pende l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di millantato credito, truffa, usura, falso, riciclaggio e ricettazione.

Si tratta dell’ultimo atto dell’operazione “Il Gioco è fatto”, per la quale la Squadra Mobile della Questura di Roma, guidata dal dr. Vittorio Rizzi, aveva già eseguito nell’ottobre scorso una prima tranche di misure cautelari, e per la quale la scorsa settimana la Divisione Anticrimine ha eseguito un sequestro preventivo di beni per un valore di circa 2.500.000,00 euro.

In particolare l’arrestato era a capo del sodalizio criminoso, che, attraverso il millantato credito, truffava ignare vittime interessate all’acquisto di beni immobili oggetto di aste giudiziarie. Proprio a lui erano destinati i proventi dell’attività illecita, poi reinvestiti in attività commerciali e beni immobili.

In manette, nella stessa mattinata è finito anche il suo braccio destro, Alessio Monselles, di 68 anni, questa volta arrestato dagli uomini della Guardia di Finanza, che hanno condotti nei suoi confronti accertamenti di natura patrimoniale. All’interno dell’organizzazione per lui era stato disegnato il ruolo di factotum tra Nicoletti e gli altri associati, anche con compiti ben precisi nella ricezione dei proventi ricavati e nella relativa consegna allo stesso “capo” dell’organizzazione.

Ancora una volta si è rivelato determinante l’asse tra gli organi investivi della Questura e la determinazione del Sostituto Procuratore della Repubblica dr.ssa Ceniccola e del Procuratore Aggiunto dr. Capaldo, che hanno seguito l’intera vicenda giudiziaria, che si è conclusa oggi con l’esecuzione dei provvedimenti cautelari.

 

Roma: truffa alle Poste, polizia arresta due uomini

ROMA 27 Febbraio 2011 – C’erano riusciti. Avevano ottenuto un prestito da 10.250 euro dalle Poste Italiane.

A mandare all’aria i loro piani però, sono stati gli investigatori del Commissariato Prenestino, diretto dal dott. Calzoni, che sono intervenuti arrestando in flagranza di reato N.F. 42enne originario di Lamezia Terme, e B.M. 41enne romano.

Ieri mattina i due sono stati notati dalla Polizia mentre stavano confabulando a bassa voce e con aria circospetta, nei pressi dell’Ufficio Postale di via Collatina n. 73.

Uno sguardo d’intesa ed i due sono entrati nell’ufficio, chiedendo un incontro con un addetto alla sezione mutui.

A breve distanza, anche i tre investigatori del Commissariato sono entrati, fingendosi clienti in attesa di effettuare operazioni di sportello e, nascosti dietro ad un pannello dell’ufficio, hanno potuto ascoltare con chiarezza tutto ciò che stava accadendo.

Poco distante, defilato, c’era anche un agente libero dal servizio del Commissariato Casilino che, resosi conto dell’operazione di p.g. in atto, ha dato una mano ai colleghi.

I due “compari” hanno esibito documenti d’identità, poi risultati contraffatti, con i quali hanno chiesto un prestito personale.

Nel giro di mezz’ora i due sono usciti soddisfatti, con un mutuo da 10.250 euro, erogato dalle Poste Italiane.

E’ stato però il nervosismo mostrato dai due durante l’attesa ed il parlare sottovoce che ha indotto gli agenti a sospettare che ci fosse qualcosa di “losco” nell’operazione.

Fermati all’uscita, alla richiesta degli agenti i due hanno esibito i loro documenti d’identità, che però recavano altre generalità rispetto a quelle dichiarate nei documenti e presentati all’interno dell’ufficio postale.

Erano ben tre, tutti diversi, i documenti d’identità trovati in possesso dei due. Dai riscontri è emerso che tutti indicano generalità di persone effettivamente esistenti, con l’unico particolare che erano falsi.

Da accertamenti, gli investigatori hanno scoperto che i due avevano già ottenuto nel mese di novembre un altro mutuo, di pari importo presso un altro ufficio postale.

I due sono stati quindi arrestati per truffa aggravata e continuata.

Sono in corso indagini da parte della Polizia di Stato per accertare il coinvolgimento in altri mutui finalizzate alla verifica di altri mutui richiesti dagli arrestati alle Poste Italiane con nomi “fittizi” e documenti contraffatti.

Una loro complice, romana di 34 anni, che attendeva in auto i due uomini, pronta ad agevolare la fuga dei due, è stata denunciata in stato di libertà per favoreggiamento.

Roma: truffe ai danni di 30 banche, Polizia arresta 19 persone

ROMA 09 Novembre 2010 – Sono 19 le misure di custodia cautelare in carcere eseguite dal personale degli investigatori della Questura di Roma, di cui le ultime 9 all’alba di oggi, a conclusione di un’indagine che ha consentito di smascherare un “giro di truffe” in danno di istituti di credito della Regione Lazio.
Tra gli affiliati all’associazione anche alcuni soggetti legati agli ambienti della “ndrangheta” e al clan Vrenna/Bonaventura/Corigliano.
In pochi mesi avevano “acceso” oltre 70 conti correnti in 30 diversi banche della regione, con la emissione di oltre 100 carnet e 2000 assegni.
Di questi, fin’ora solo 125 titoli di credito immessi sul “mercato” e poi protestati hanno fruttato un guadagno di circa 450.000,00 euro.
L’associazione operava in varie province del Lazio, tra cui Roma, Viterbo, Latina e Frosinone. In pochissimi casi le truffe sono state messe a segno anche in Emilia Romagna.

L’indagine degli uomini della Questura di Roma che ha consentito di porre fine al giro di truffe ai danni di istituti di credito della Regione Lazio prende spunto da una verifica effettuata dalla Volante del Commissariato “Porta Pia” nel novembre del 2009, quando, dopo aver proceduto al controllo di uomo, lo ha trovato in possesso di numerosissima documentazione bancaria.
L’uomo, L. C., un pregiudicato calabrese di 65 anni, oltre al materiale cartaceo, consistente in gran parte in documentazioni bancarie di conti correnti non intestati a lui, e’ stato trovato in possesso di alcuni assegni in bianco già firmati, nonchè di carte bancomat di dubbia provenienza.
Insospettiti, i poliziotti avevano deciso quindi di approfondire i controlli.
Nel corso dei mesi l’attività d’indagine, gli esiti dei pedinamenti e degli appostamenti effettuati nei confronti degli indagati, coniugati con i riscontri delle intercettazioni, ha consentito di far emergere e di smantellare un’intera struttura specializzata in truffe milionarie in danno di istituti di credito e privati cittadini.
In particolare, L. C., a capo dell’organizzazione e con precedenti specifici, avvalendosi della collaborazione di alcuni corregionali, tra cui qualcuno legato agli ambienti della “ndrangheta” e al “clan” Vrenna/Bonaventura/Corigliano.
Il piano della banda prevedeva elevati guadagni a fronte di un “rischio calcolato” di una denuncia per semplice truffa.
I componenti , 19 persone in tutto, sotto la minuziosa regia del “capo”, hanno iniziato ad accendere conti correnti bancari, sia personali che a nome di fittizie società abilmente costituite.
Con astuzia, gli affiliati dell’associazione, prima di allacciare rapporti con le agenzie di credito, hanno regolarizzato la loro posizione anagrafica ed ottenuto la residenza in alcuni comuni del Lazio, anche al fine di carpire la fiducia dei funzionari di banca.
Grazie alla residenza nella Regione Lazio, riuscivano così ad ottenere l’apertura di conti correnti, corredati di carnet di assegni e carte bancomat.
Proprio attraverso gli assegni e i le carte di credito riconducibili ai predetti conti correnti effettuavano pagamenti per acquisti che gli ignari venditori non avrebbero mai riscosso per la mancanza della “provvista” sul conto.
In alcuni casi i libretti di assegni venivano anche venduti a terzi che, a loro volta, li acquistavano per porre in essere analoghe truffe.
Le indagini svolte fin ora hanno permesso di accertare che sono almeno 71 i conti correnti accesi in 30 diversi Istituti di Credito del Lazio, per un totale di 100 carnet e 2000 assegni circa.
Sono 125 invece gli assegni emessi e risultati protestati per un valore totale di circa 450.000,00 euro.
Al termine dell’indagine, che ha richiesto uno sforzo significativo da parte degli agenti del Commissariato di Porta Pia, diretti dal dott. Mauro Baroni, sono state emesse 19 ordinanze di custodia cautelare in carcere sgominando l’intera banda.