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Libia. Ferma condanna dell’Unione Europea per l’escalation di violenza a Tripoli

TUNISI 22 Settembre 2018 – La delegazione dell’UE (con temporanea sede a Tunisi) e i capimissione dell’UE in Libia hanno espresso una ferma condanna per l’ultima escalation di violenza a Tripoli che ha causato vittime civili, feriti e sfollati e la distruzione di infrastrutture critiche. Il deliberato targeting di civili è una violazione del diritto internazionale umanitario.

“La delegazione dell’UE e i capimissione dell’UE in Libia sostengono il lavoro di SRSG Salamé e UNSMIL per alleviare le sofferenze del popolo libico – si legge nel comunicato di oggi – e tutti gli attori devono rispettare il cessate il fuoco concordato e attuare tutte le misure di sicurezza necessarie nell’interesse del popolo libico. La soluzione alla crisi libica rimane politica, non militare. Tutti i responsabili della violazione del cessate il fuoco o della violenza di rifornimento dovranno affrontare le conseguenze”.

“I decreti sulla sicurezza recentemente emanati dal Consiglio della Presidenza creano le condizioni per riformare il settore della sicurezza e porre fine alle attività predatorie dei gruppi armati. L’UE e i suoi Stati membri sollecitano tutti gli attori, in particolare i leader politici, tribali e sociali, a cogliere questa opportunità per un cambiamento reale e pacifico nella capitale e altrove nel paese, e lavorare insieme per migliorare la vita di tutti i libici”.

L’UE e i suoi Stati membri stanno mobilitando i mezzi per rispondere alla situazione umanitaria e ai bisogni più urgenti.

Libia. Unione Europea a sostegno del popolo libico

La delegazione dell’Unione europea ha rilasciato, nella giornata di giovedì 13 settembre, la seguente dichiarazione in accordo con i capimissione dell’UE in Libia.

 

“La delegazione dell’UE e i capimissione dell’UE in Libia sostengono il popolo e il governo libici in un momento di ingiustificata perdita di vite umane e sofferenze generalizzate.
L’UE e gli Stati membri sostengono pienamente gli sforzi di mediazione di UNSMIL e SRSG Salamé per raggiungere la stabilità a Tripoli e accolgono favorevolmente il cessate il fuoco avviato il 4 settembre a Zawiya e il successivo accordo di consolidamento del 9 settembre. Chiediamo a tutte le parti di aderire e rispettare questo accordo e di lavorare in buona fede verso il consolidamento. Qualsiasi violazione del cessate il fuoco, come gli attacchi missilistici contro l’aeroporto di Maitiga, nonché dichiarazioni incendiarie che potrebbero portare a più violenza, sono inaccettabili. Inoltre, gli attacchi contro i civili e le infrastrutture civili costituiscono violazioni del diritto internazionale.
L’UE, in coordinamento con le Nazioni Unite e altri partner, è pronta a prendere in considerazione le opzioni per ritenere responsabili chiunque ostacola l’attuazione dei recenti accordi o minaccia il libero funzionamento delle istituzioni sovrane che operano a vantaggio di tutti i libici. Allo stesso tempo, siamo pronti ad aiutare tutti i libici che vogliono costruire istituzioni statali solide, unificate e responsabili.
Ora è il momento di un vero cambiamento: porre fine alla predazione delle risorse libiche e un clima di paura e infine garantire al popolo libico i servizi di base e le libertà individuali a cui aspirano. L’attacco terroristico del 10 settembre contro il quartier generale della National Oil Corporation, un’istituzione vitale per il popolo libico, ha ulteriormente evidenziato l’urgenza per tutti i partiti libici di riunirsi e superare questa spirale di violenza e privazione quotidiana.
L’UE e i suoi Stati membri rimarranno partner instancabili nella costruzione della stabilità della Libia attraverso istituzioni democraticamente elette, organismi di sicurezza responsabili, un sistema giudiziario indipendente, lo Stato di diritto e una gestione trasparente della ricchezza nazionale. Riaffermiamo il nostro forte e continuo sostegno al piano d’azione delle Nazioni Unite per far progredire il processo politico. Continueremo inoltre a sostenere il popolo libico, in particolare i più vulnerabili, attraverso aiuti umanitari e progetti di sviluppo in tutta la Libia in collaborazione con le autorità libiche, le agenzie delle Nazioni Unite e la società civile”.

Parità linguistica: interviene la Corte di Giustizia UE.

ROMA 27 Novembre 2012 – “Una sentenza che l’ Italia accoglie con grandissima soddisfazione”. E’ il commento del titolare della Farnesina, Giulio Terzi, alla sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, pubblicata oggi, che ha stabilito che la pubblicazione in tre lingue (inglese, francese e tedesco) dei bandi di concorso dell’ Unione e l’obbligo di sostenere le prove di selezione in una di quelle tre lingue costituiscono una “discriminazione”.

“Si tratta di una pronuncia di fondamentale importanza – prosegue Terzi – poiché dimostra che la determinazione con la quale, da parte italiana, si è difeso il principio di non discriminazione linguistica in seno all’ Unione Europea, non è un nostro arbitrio nazionalistico, ma, come abbiamo sempre sostenuto, è un elemento sostanziale per la stessa ragion d’essere dell’ Unione, e per la sua legittimità istituzionale”. E’ sulla base di questo stesso convincimento – si sottolinea alla Farnesina – che il Ministro Terzi si è fortemente impegnato nelle scorse settimane affinché venisse assicurato il pieno interpretariato in italiano in tutti i Gruppi di Lavoro del Consiglio dell’ UE.

“L’Unione Europea – afferma il Ministro Terzi – non è assimilabile a una qualsiasi Organizzazione Internazionale, ma rappresenta un livello di Governo condiviso da 27 Stati membri, le cui norme producono effetti diretti su mezzo miliardo di persone”.

“In un momento -sostiene il capo della diplomazia italiana – in cui l’ Unione Europea è impegnata a ribadire con sempre maggiore forza, e con una nuova visione di prospettiva, le radici della sua legittimità, il tema della pari dignità linguistica acquisisce un rilievo assolutamente centrale. E questa sentenza – conclude Terzi – costituisce un grande riconoscimento della linea che l’Italia ha da sempre sostenuto, con il pieno sostegno di tutte le forze parlamentari”.